Il famoso New York Times sta affrontando il primo sciopero dei dipendenti indetto in 40 anni, in merito all’aumento degli stipendi.
Si tratta di un evento davvero raro che ha riunito fin dalle prime ore della giornata di ieri centinaia di dipendenti davanti all’enorme sede della New York Times Company di Manhattan.
Il New York Times è un quotidiano statunitense famosissimo, potremmo quasi definirlo un’istituzione americana che dalla sua fondazione che risale alla fine dell’Ottocento, si occupa di diversi argomenti di cronaca e non solo, con cadenza quotidiana.
L’editore che se ne occupa è la casa editrice New York Times Company, con sede nel New York Times Building.
Proprio questo immenso grattacielo che si trova nella parte occidentale del Midtown di Manhattan è teatro in queste ore di uno degli scioperi più massicci che riguardano i dipendenti della testata.
Era da 40 anni che non avveniva un evento simile, infatti nel 1981 i lavoratori si fermarono per quasi 7 ore e da allora il massimo della protesta si era verificato nel 2017, quando i giornalisti lasciarono l’edificio per venti minuti per protestare contro i tagli alla redazione.
Lo sciopero corrente coinvolge più di mille persone che lavorano nell’edificio, fra cui giornalisti ma anche altri dipendenti. Fino alle 24 di oggi non lavoreranno per protestare contro i salari, dopo che le trattative in merito agli stipendi e al contratto collettivo non sono andate a buon fine.
Portavoce di questo evento è il sindacato della stampa NewsGuild di New York, le cui fonti hanno affermato che si era richiesto un aumento del 5,5% ma la compagnia aveva risposto con una percentuale del 3%.
Secondo il sindacato, uno dei punti controversi è il rifiuto dell’amministrazione di aumentare in maniera importante i salari, richiesta che va avanti da due anni, in un contesto di inflazione nazionale e globale, mentre la New York Times Company continua ad avere successo in ambito finanziario, essendo una prestigiosa società quotata in borsa.
In una lettera indirizzata ai vertici del quotidiano, ovvero l’editore Sulzberger e l’amministratore delegato Kopit Levien, il sindacato ha ribadito le sue richieste e spiegato la frustrazione che va avanti da mesi per le trattative:
“abbiamo ascoltato le preoccupazioni del management e ci è stato prospettato un futuro difficile nonstante lo stesso abbia dichiarato a wall street del successo societario in borsa”.
La tensione arriva in un periodo di profondo cambiamento all’interno dell’azienda, che ha da poco acquisito per la cifra di 550 milioni di dollari, la testata “The Athletic“, che si occupa di sport.
Il New York Times, come dicevamo in apertura, è uno dei quotidiano americani più longevi e importanti e non è concepibile che un successo su così grande scala non possa prevedere un aumento di salari, anche perché entro la fine dell’anno si stimano profitti di circa 320 milioni di dollari.
Questo il pensiero principale portato avanti dal sindacato e dai lavoratori in sciopero, che stanno manifestando a Manhattan in modo incisivo ma abbastanza pacifico, senza causare danni o richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
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