È stata avviata, al Pascale di Napoli, la sperimentazione del vaccino Hapavac-201 contro i tumori al fegato. Il primo paziente ha già ricevuto la vaccinazione, altri tre la riceveranno nelle prossime settimane. In totale saranno 10 i pazienti sottoposti alla sperimentazione.
Se il vaccino funzionasse si avrebbe una risposta concreta contro il tumore al fegato che ad oggi è uno dei più mortali. Il vaccino permetterebbe di evitare la ricomparsa della malattia allungando così i tempi di sopravvivenza dei pazienti. Qualora la fase di sperimentazione risulti andare per il meglio si passerà alla fase di sperimentazione su larga scala.
È partita dall’Istituto nazionale dei tumori Fondazione Pascale di Napoli la nuova sperimentazione sul vaccino contro il cancro al fegato Hapavac-201.
Secondo quanto riportato dall’Irccs di Napoli, questa terapia va a includere 16 molecole differenti che sono in grado di indurre una risposta antitumorale a largo spettro e quindi va ad impedire la possibilità che le cellule tumorali sfuggano al controllo del sistema immunitario.
Questo permetterebbe, nel paziente sottoposto a vaccino, di ritardare il ripresentarsi della malattia. Ciò vuol dire che il vaccino è possibile eseguirlo su persone che hanno già manifestato la patologia e che attualmente ne sono prive.
L’obiettivo di questo vaccino è quello di eliminare le recidive andando così a migliorare la vita di un paziente che ha sviluppato e sconfitto la malattia, nonché anche a prolungarne la sua sopravvivenza.
Questo vaccino potrebbe essere uno strumento importantissimo da utilizzare soprattutto per chi sviluppa un tumore al fegato, tumore per il quale ad oggi non c’è una cura definitiva che risulti efficace.
La sperimentazione che è partita a Napoli sarà un modo per dimostrare come l’immunoterapia sia uno strumento efficace nel nostro presente ma anche nel nostro futuro.
Hepavac-201 è il primo vaccino presente al mondo per il tumore epatico, ossia il tumore al fegato, creato contro numerosi target molecolari.
È stato promosso e sponsorizzato dall’Istituto dei tumori che si trova nella città di Napoli ed è qui che proseguirà la parte più delicata ossia il test sui pazienti.
Il vaccino è stato già somministrato ad un primo paziente che è affetto da epatocarcinoma, non sono stati riscontrati effetti secondari acuti. Altri tre pazienti risultano essere in lista di attesa per essere sottoposti al trattamento.
Il trattamento di questi tre pazienti avverrà nelle prossime settimane. E prima di arrivare alla sperimentazione sui pazienti c’è stato ovviamente un lavoro di ricerca, test e sperimentazioni che lo hanno reso possibile.
A svolgere tutto ciò è un equipe di professionisti formata da Luigi Buonaguro, che è il direttore del Laboratorio di Modelli Immunologici Innovativi, da Francesco Izzo, che è invece il direttore presso l’Unità Operativa Complessa del reparto di Chirurgia Epatobiliare, e da Paolo Ascierto, che invece è il coordinatore della Struttura di Sperimentazione clinica della Fase 1.
Lo studio e lo sviluppo del vaccino ha avuto inizio nel 2013 ed è sicuramente un record incredibile essere riusciti a raggiungere la sperimentazione clinica in così poco tempo, visto che si tratta di un progetto portato avanti all’interno di una struttura pubblica.
I risultati della sperimentazione si avranno solamente entro giugno 2024, e permetteranno di valutare quale sia la tolleranza al vaccino e se c’è la capacità di indurre una risposta immunitaria.
Alla sperimentazione prenderanno parte solamente 10 pazienti, come abbiamo visto uno di loro ha già ottenuto la vaccinazione.
Lo sviluppo del vaccino è iniziato da un Consorzio Europeo guidato da Luigi Buonaguro ed è poi stato finanziato dall’Unione Europea.
La sperimentazione che sta avvenendo è stata possibile grazie al cofinanziamento disposto dalla Regione Campania insieme al progetto “Campania Oncoterapia”, fortemente voluto da Vincenzo De Luca, presidente della Regione.
Buonaguro ha spiegato che la formula originaria del vaccino è stata aggiornata al fine di poter potenziare la risposta immunologica. Nel vaccino si è scelto di inserire anche Durvalumab che è un immunomodulatore. Questo è stato possibile grazie al supporto gratuito di AstraZeneca.
Come abbiamo anticipato lo scopo è quello di contrastare la ricomparsa del tumore al fegato. Qualora la sperimentazione porti ai risultati sperati sarà il primo vaccino al mondo per tumore epatico.
A quel punto verrà portato alla fase successiva che prevede la sperimentazione su larga scala per poterne evidenziare in maniera definitiva la sua efficace e fornire un valido strumento ai pazienti che sono affetti dal tumore al fegato, che ha un’alta mortalità.
Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale, ha affermato che questo progetto è uno dei progetti di punta della struttura. La struttura da sempre si contraddistingue per il suo ruolo di centralità nella ricerca e cura oncologica.
Ha poi voluto confermare che il supporto e il finanziamento della Regione Campania è stato fondamentale per poter proseguire negli studi e arrivare a questo punto.
Presto conosceremo perciò i risultati di questa nuova sperimentazione, sebbene gli esperti invitino a mantenere i piedi per terra se si dovesse raggiungere i risultati sperati sarà un passo importante nella cura contro i tumori.
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