L’associazione umanitaria Alarm Phone è tornata a lanciare l’allarme, stavolta riguardante 50 migranti alla deriva, risultano poi altri 40 dispersi.
Queste persone erano partite dalla Libia e da ieri stiamo seguendo le loro vicende perché proprio dl 23 giugno Alarm Phone sta chiedendo aiuto per soccorrerti. “Non lasciate che anneghino”. Anche l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni si è unita a questo appello, denunciando inoltre un altro naufragio fra la Tunisia e Lampedusa, dove c’è urgente bisogno di navi di soccorso poiché la situazione è molto critica e c’è un neonato a bordo.
Da ieri Alarm Phone ha lanciato l’allarme riguardo un barcone che si trova in difficoltà, alla deriva fra Sfax e Lampedusa. Era partito dalla Libia e ha raggiunto le acque del Mediterraneo Centrale. Come abbiamo evidenziato più volte, questa zona costituisce la tratta più pericolosa per quanto riguarda i flussi migratori e proprio per questo l’allarme delle Ong si sta facendo incalzante.
“Stanno aspettando da ieri i soccorsi, sono disperati e in pericolo perché la barca è rotta e sta imbarcando acqua. esortiamo le autorità competenti: non lasciateli annegare”
questo l’appello lanciato da Alarm Phone su Twitter, che da ieri segue attentamente l’evolversi della situazione, critica a tal punto da farci ragionare nuovamente se davvero questi viaggi disperati siano davvero la risposta alle condizioni di vita difficili da cui fuggono i migranti. Probabilmente si, come abbiamo visto in tante testimonianze in cui le persone ricordano con dolore le torture e le persecuzioni, e sono disposte a pagare e salire su barconi malmessi e sovraffollati senza sapere cosa li aspetta e se arriveranno a destinazione.
Su una di queste barche-rottame ci sono i 50 migranti segnalati ieri, giornata in cui Alarm Phone ha tentato anche di mettersi in contatto con le autorità libiche però era il giorno festivo del venerdì, questa è stata la risposta e quindi nessuno ha mosso un dito per queste persone. L’ong ha provato allora a mettersi in contatto con un peschereccio che si trovava nelle vicinanze, chiamato Alba Chiara, ma senza successo.
Nel tweet si evince la gravità della situazione, difatti il motore dell’imbarcazione ha smesso di funzionare e a bordo ci sarebbe anche un neonato.
Nelle stesse ore è arrivata un’altra notizia drammatica, c’è stato un nuovo naufragio sulla rotta fra Tunisia e Lampedusa. A darne la notizia è stata l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, agenzia Onu che si occupa dei flussi.
Al momento la situazione rimane critica perché ci sono circa 40 dispersi ma è un numero da confermare e il portavoce dell’Oim ha chiarito che le dinamiche sono ancora da capire. Flavio Di Giacomo, questo il suo nome, ha poi denunciato il fatto che non ci siano mezzi di soccorso sulle rotte del Mediterraneo, questa mancanza pesa molto e di certo instituire un maggiore controllo sull’area che ormai è stata ribattezzata come “il cimitero dei migranti”, sarebbe una valida opzione per evitare tante morti poiché si potrebbe intervenire in tempo.
“bisogna rafforzare i soccorsi perché i fragili barchini di ferro con cui i migranti sono costretti a fuggire, non sono in grado di reggere per tutto il tragitto”.
Ha parlato della situazione anche l’Agenzia Onu per i rifugiati, UNHCR, e lo ha fatto tramite la portavoce Chiara Cardoletti, che ha parlato dell’urgenza di un meccanismo di soccorso in mare coordinato e condiviso fra gli Stati, non solo come soluzione utile per evitare altre morti alle porte d’Europa ma anche come gesto di coscienza.
Il barcone che è naufragato nel Mediterraneo trasportava 46 persone ma solo 4 sono state tratte in salvo. Di Giacomo ha sottolineato che potrebbero verificarsi in qualsiasi momento incidenti simili che però non riusciamo a intercettare perché mancano nelle acque appunto, i mezzi di soccorso la Guardia Costiera della Libia non è d’aiuto perché quando intercetta i migranti, li sequestra per affidarli a trafficanti di esseri umani e campi di detenzione dove vengono abusati.
La situazione non è delle migliori nemmeno per chi riesce a conquistare la terraferma, specialmente a Lampedusa. Infatti nell’isola sono arrivate 650 persone nelle ultime 24 ore e l’hotspot di contrada Imbriacola è tornato a riempirsi oltre i posti consentiti.
Sono quasi 1.000 oggi gli occupanti del centro di primissima accoglienza più famoso d’Italia, a fronte di una capienza di circa 400 persone. Nelle scorse settimane sono stati effettuati diversi trasferimenti che avevano alleggerito la struttura, ora però è di nuovo al collasso: sono bastate sole 24 ore e 7 sbarchi avvenuti nell’arco della giornata di ieri per far tornare la situazione di nuovo critica.
Alcune imbarcazioni sono state individuate e soccorse dalla Guardia Costiera in area Sar italiana e dalle forze dell’ordine, altre invece sono arrivate in autonomia, come una a Molo Favarolo con a bordo 53 migranti.
La provenienza è mista, in particolare dai paesi di Nord e Centro Africa. Queste persone sono state controllate e identificate, nelle prossime ore molte verranno smistate in altri centri di accoglienza per consentire una permanenza dignitosa per tutti . Ora il focus riguarda la nuova emergenza in mare.
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