Alba Parietti dice la sua sullo sfascio della sinistra italiana e lo fa dai microfoni di ECG, programma di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Questo, in sintesi, il Parietti-pensiero: “Ok al governo giallo-verde, KO per le parole del ministro Fontana che ha parlato contro le famiglie gay, Renzi non mi è mai piaciuto, Salvini bravo a cavalcare il disagio sociale”. La Parietti poi propone un leader che traghetti la sinistra verso una nuova alba: Roberto Saviano.
Il governo giallo-verde
Così si è espressa Alba Parietti sulla formazione del nuovo governo: “A questo punto non c’erano alternative, giustamente non bisognava temporeggiare e per fortuna si è riuscito a formare il governo. Questo è il volere degli italiani, una situazione di incertezza avrebbe danneggiato ulteriormente il nostro Paese. Ho tifato affinché un accordo si trovasse perché la situazione stava precipitando, sono una donna di sinistra, ma tengo di più alla stabilità”.
Fontana e le famiglie arcobaleno
“Le famiglie arcobaleno non esistono”, aveva dichiarato Lorenzo Fontana, ministro per la famiglia e le disabilità nel Governo Conte. Queste dichiarazioni avevano mandato in agitazione il mondo LGBT e la sinistra italiana. E Alba Parietti si toglie qualche sassolino: “Hanno spaventato tutte le persone civili, quelle che si sono battute per i diritti. I diritti delle persone non sono individuali, non vanno a seconda dei bisogni. Il grado di civiltà in Italia è cresciuto e deve rimanere simile a quello della maggior parte degli altri paesi europei. Ognuno deve essere cioè che è nella vita, soprattutto se essendolo non fa male a nessuno. E’ grave che si mettano in discussione dei diritti acquisiti così importanti che riguardano le donne, le loro lotte, gli omosessuali e anche i bambini. I bambini sono incolpevoli di tutto ciò che è accaduto dopo, prima e durante. Hanno il diritto alla felicità. Fontana doveva evitare quelle dichiarazioni, anche se forse è meglio che si sia presentato così, almeno sappiamo con chi abbiamo a che fare. Certi discorsi ormai non li fa più nemmeno la Chiesa”.
Abbasso Renzi, evviva Saviano
Alba Parietti si esercita poi nello sport preferito dagli elettori di sinistra, ovvero l’autocritica: “Manca un leader, è il problema più evidente. La verità è che in questo Paese è cresciuta una grande ignoranza. Una ignoranza che la sinistra e gli altri partiti non è stata in grado di arginare. Paradossalmente un personaggio come Almirante, che non rispecchiava i miei ideali politici, aveva un livello di cultura alto. Qui purtroppo ci si esprime male. Mi è dispiaciuto quando Salvini, che politicamente ha fatto un lavoro straordinario sul territorio, ha detto che per gli immigrati è finita la pacchia. E’ stato bravo ad ascoltare la gente, ma forse ha ascoltato troppo e nei posti sbagliati. Le parole hanno un peso, non si possono dire cose del genere. Anche noi italiani siamo scappati da guerre, morte e disperazione. Anche noi siamo stati immigrati, questa non è pacchia. Il leader di una nuova sinistra potrebbe essere Roberto Saviano. Magari fosse. A me piace molto, sicuramente il leader della sinistra deve avere due volte: la capacità di comunicare e ascoltare e interpretare quali sono i bisogni della gente. Il problema della sinistra è che ora non c’è qualcuno in grado empaticamente di rappresentarla. Renzi? La sua personalizzazione non è piaciuta, io non mi sono mai riconosciuta in lui. Il Pd avrebbe dovuto dialogare con il movimento cinque stelle per cercare di portare il Paese in salvo”.
Salvini e la guerra fra poveri
Il Parietti-pensiero si conclude sulle ultime elezioni che hanno visto il boom di Lega e M5S: “In questo Paese vince chi sbaglia di meno e fa sbagliare di più gli altri. Le mosse vengono basate solo sugli errori degli altri. Quello che ha fatto meno errori è stato Salvini. Quello che io imputo alla destra è di aver fatto molto leva sulla insoddisfazione tremenda degli italiani e anche su un certo tipo di ignoranza dilagante, su cui era molto facile fare leva. La gente arrabbiata non avendo i mezzi per distinguere e per pretendere cosa le è dovuto, poi se la prende col povero disgraziato che viene scambiato per l’usurpatore che viene a mangiargli il pane. La guerra tra poveri è facile da mettere in atto”.