Alberi Ogm per fermare la catastrofe ambientale e produrre allo stesso tempo con più facilità e minori costi la carta: uno studio sugli alberi geneticamente modificati condotto in collaborazione tra i ricercatori delle Università British Columbia, Wisconsin-Madison e del Michigan sembra prospettare un futuro in cui lo sfruttamento delle foreste potrà essere meno invasivo per il nostro pianeta, almeno stando a quanto pubblicato sulla rivista Science, che illustra i risultati della ricerca.
Secondo quanto riportato dagli scienziati, grazie agli Ogm si potranno generare alberi con meno lignina, rendendo in questo modo più malleabile la lavorazione, risultando economicamente più vantaggioso e con un minor tasso inquinamento ambientale rispetto agli standard odierni: ‘Uno degli ostacoli più grandi per l’industria cartaria, nonché per la nascente industria dei biocarburanti, è un polimero del legno conosciuto come lignina. La lignina costituisce una parte notevole della parete cellulare della maggior parte delle piante ed è un impedimento per la lavorazione della carta. Attualmente la lignina deve essere rimossa con un processo che richiede energia e prodotti chimici in quantità significativa‘, afferma Shawn Mansfield, professore di scienza di legno presso l’Università della British Columbia, nonché uno degli autori della già discussa ricerca, in cui non mancano i dubbi, come sempre quando si tratta di Ogm. I ricercatori hanno usato l’ingegneria genetica per introdurre nella struttura della lignina legami più facili da degradare: a differenza di altri esperimenti simili condotti in precedenza, gli scienziati sono riusciti a non alterare la resistenza dell’albero, che rispetto al passato non hanno più problemi di crescita o di vulnerabilità rispetto alle intemperie naturali.
Resta da capire, oltre allo scetticismo degli ambientalisti, quale sarà la reazione dei governi di fronte a questa prospettiva di risparmio economico che altera però la consistenza naturale della corteccia degli alberi: secondo la legislazione vigente, questi alberi non potrebbero essere commercializzati in Italia ad esempio, mentre in altri Paesi europei possono essere coltivati solo in via sperimentale. Gli oppositori degli alberi Ogm puntano il dito sulla biosicurezza, paventando il rischio che i pollini di questi alberi modificati possano infestare anche le foreste naturali. Perplessità e critiche non mancano, ma la ricercatrice Cristina Vettori dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr di Firenze, coordinatrice di un progetto europeo su rischi e opportunità derivanti dallutilizzo di Ogm, spiega quali benefici possano produrre questi alberi con meno lignina: ‘La carta si può fare con tanti altri prodotti, ma la richiesta, con l’aumento della popolazione, è sempre più elevata e sopperire con altri materiali, dagli scarti dell’agricoltura, alghe, altri materiali e carta riciclati, ancora non è sufficiente a coprire la domanda. Oltretutto anche per la lavorazione di questi materiali vengono richiesti prodotti inquinanti. Se utilizziamo alberi naturali vengono messe a rischio le foreste con tutti i problemi annessi, visto che le foreste sono i polmoni del pianeta. La selezione naturale degli alberi più adatti alla produzione della carta ha tempi lunghissimi, mentre con le tecnologie ogm si ottengono alberi con le caratteristiche richieste in maniera più veloce‘.