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Nel giorno dei funerali di Aurelia Sordi, la sorella di Alberto morta domenica, si riapre il giallo sull’eredità Sordi e sulla veridicità del testamento. Dopo le accuse truffa per dieci persone tra domestici, avvocati e notai, 60 parenti di secondo e terzo grado chiedono l’annullamento del testamento con cui la Signorina aveva lasciato il patrimonio del fratello alla fondazione Alberto Sordi. Il motivo? Le disposizioni sulla fondazione nella quale Arturo Artadi, autista di Alberto Sordi e poi di Aurelia, figura nel consiglio di amministrazione, sarebbero state manomesse. E intanto il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha proposto che la casa di Sordi diventi un museo.
Il testamento di Aurelia Sordi è falso? La notizia arriva dal Corriere della Sera di oggi: in realtà più che di falso continuerebbe a trattarsi di circonvenzione di incapace, con la sorella di Alberto Sordi raggirata per la sua ingente eredità, che il Messaggero calcola in addirittura 100 milioni di euro o quasi, tra titoli e conti correnti, pari a 25 milioni di euro, più il valore della grande villa affacciata sulle terme di Caracalla e delle opere in essa contenute.
Al momento quello su cui si dibatte è la costituzione della fondazione ‘Museo Alberto Sordi’. Come spiega Alfredo Maria Becchetti, notaio della famiglia (fino al 2011), nell’aprile 2011 Aurelia volle dare vita alla fondazione, ma il documento del 2013 è molto diverso da quello da lui firmato: “Il documento presenta alcune discordanze nel testo rispetto allo statuto esibito dal notaio (Becchetti, ndr) – si legge nel verbale dell’interrogatorio del notaio – Non è una minuta da me redatta, e sono certo di ciò per il fatto che non reca la mia carta intestata sulla quale redigo anche le minuzie“.
E anche i parenti – sessanta, tra secondo e terzo grado – chiedono l’annullamento del testamento, in virtù della perizia che dichiara(va) Aurelia incapace di intendere e di volere. Comunque la si pensi, una conclusione molto triste.
Aggiornamento di Fulvia Leopardi del 14 ottobre 2014.
Alberto Sordi, caso eredità: Aurelia Sordi circuita da coloro di cui si fidava
Alberto Sordi non c’è più, ma il caso sull’eredità del grande attore e sul raggiro ai danni della sorella Aurelia Sordi, continua a occupare le pagine dei quotidiani. La vicenda è di quelle che portano alla luce gli aspetti più riprovevoli e vergognosi dell’animo umano: le persone ‘di fiducia’ di cui Sordi si era circondato sono ora accusate di truffa, per un ammontare complessivo di 2 milioni e mezzo di euro.
Sono ben dieci le persone per cui il pm Eugenio Albamonte ha chiesto il rinvio a giudizio, con accuse di circonvenzione d’incapace, riciclaggio, associazione per delinquere e falso ideologico. Secondo il magistrato, la mente dell’operazione sarebbe quella di Arturo Artadi, autista di Sordi e residente nella sua casa fin dalla giovane età. A lui l’attore aveva affidato la sorella Aurelia, sua unica parente in vita, prima di morire. Mai fiducia fu più mal riposta. Quando nel 2012 la donna cominciò a manifestare i primi sintomi di demenza degenerativa, Artadi ha messo in moto una macchina che ha visto coinvolti altri nove soggetti: oltre a lui, l’inchiesta riguarda il notaio Gabriele Sciumbata, gli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina, una badante, una governante, una cuoca, un giardiniere e due camerieri. Tutti loro sono stati destinatari negli ultimi anni di donazioni dai 150 a 400 mila euro da parte di Aurelia Sordi, per un valore complessivo che supera i due milioni e mezzo di euro.
Grazie alla complicità del notaio e degli avvocati di cui sopra, Artadi ha depositato in banca la procura speciale che gli attribuiva pieni poteri sul patrimonio della famiglia Sordi, divenendone di fatto l’unico gestore. E’ stata però proprio questa circostanza a insospettire il direttore della filiale, amico di lunga data di Alberto Sordi, che ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine. Ignaro di essere tenuto d’occhio, Artadi è andato avanti col suo piano diabolico, gonfiando gli stipendi a sè e ai propri colleghi, acquistando auto di lusso e concedendosi vacanze di prima categoria.
L’aspetto più triste della vicenda, se possibile, riguarda però il trattamento umano riservato ad Aurelia Sordi. Secondo quanto emerso dall’inchiesta del pm, la donna sarebbe stata sottoposta a un vero e proprio regime di abuso psicologico: vittima di costanti pressioni, la sorella dell’attore era costretta a un isolamento totale, impossibilitata persino a ricevere telefonate dai suoi amici.
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