Emergono nuovi particolari sull’omicidio di Alessandra Matteuzzi, la 56 enne uccisa brutalmente lo scorso 23 agosto a Bologna, colpita 20 volte alla testa e al volto dall’ex fidanzato Giovanni Padovani, modello e calciatore di 27 anni. Nelle note del telefono, l’assassino scriveva di ucciderla, un mese prima del delitto.
Lo smartphone dell’ex fidanzato della vittima è stato analizzato da Angelo Musella, consulente tecnico nominato dalla Procura. Tra le note scoperte nel telefonino dell’assassino accusava la fidanzata di averlo tradito e che lui sarebbe finito in carcere.
Sono trascorsi quasi 5 mesi da quel 23 agosto, quando Alessandra Matteuzzi è stata colpita 20 volte con calci, pugni e persino con una panchina, sotto casa sua a Bologna, in via di Corticella, dall’ex fidanzato Giovanni Padovani, modello e calciatore di 27 anni.
Da quel momento sono proseguite le indagini per dare giustizia a una donna vittima di violenza. Gli ultimi dettagli circa l’omicidio di Alessandra Matteuzzi sono stati rinvenuti nello smartphone dell’ex fidanzato.
Angelo Musella, consulente tecnico nominato dalla Procura, ha analizzato il cellulare di Padovani e sono emersi dei dettagli davvero importanti; pare che l’ex, in data 2 luglio 2022, un mese e mezzo prima del delitto, nelle note scriveva di uccidere la sua ex perché quest’ultima l’aveva tradito:
“La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente“.
Dalle ultime scoperte rinvenute dal cellulare di Padovani, si fa sempre più chiara l’ipotesi di un delitto premeditato. Un mese e mezzo prima dalla violenta aggressione, l’ex fidanzato killer aveva appuntato delle note nel suo cellulare in cui affermava di uccidere la Matteuzzi.
Il 23 agosto, Alessandra è stata uccisa, sotto casa, a Bologna con 20 colpi alla testa e al volto. L’ex, Giovanni Padovani, da quella sera è stato arrestato per omicidio aggravato allo stalking e si trova in carcere.
Una ferocia inaudita quella del calciatore 27 enne che, purtroppo, non ha lasciato scampo alla commessa 56 enne, i quali stavano insieme da circa un anno. Un rapporto a distanza il loro, dato che Padovani per motivi di lavoro era la maggior parte delle volte fuori sede.
Una ennesima storia di femminicidio finita in tragedia, nonostante le denunce per stalking da quasi un mese. Dai semplici litigi, agli appostamenti. Dalle minacce alle botte, a quelle martellate, al pestaggio di quella sera del 23 agosto che ha ucciso Alessandra Matteuzzi, sotto la sua abitazione, mentre era al telefono con la sorella Stefania.
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