Angelino Alfano si trova nell’occhio del ciclone politico dopo le intercettazioni del faccendiere Raffaele Pizza in merito al fratello, Alessandro Antonio Alfano. Al centro dunque c’è lui, l’Alfano junior, il cui ruolo alle Poste sarebbe da attribuire all’intervento del titolare degli Interni e che era già finito al centro di scandali e situazioni poco chiare. La Stampa ha ricostruito la sua rapida carriera che lo ha portato a un incarico da 160mila euro in poco tempo, al culmine di un percorso che fin dall’inizio ha avuto qualche pecca e che ha messo in imbarazzo il fratello già altre volte. Attualmente Alessandro Alfano è dirigente delle Poste ed è proprio la modalità con cui è arrivato a questo incarico ben remunerato a essere al centro dell’attenzione.
Nato nel 1975, si è laureato in Economia nel 2009, a 34 anni: secondo il quotidiano torinese, già nel 2008, un anno prima della laurea sarebbe stato professore universitario alla Sapienza di Roma per un laboratorio di strumenti del marketing. La notizia è stata poi smentita dall’università capitolina che in un comunicato stampa, ha chiarito la vicenda, specificando che non si è trattata di una docenza ma della partecipazione al seminario “Marketing & web, flussi & sinergie”, organizzato dalle cattedre di “Marketing di base della Sapienza, con un intervento su “Promozione e sviluppo del territorio. I servizi e strumenti online delle Camere di Commercio” e che la partecipazione a tale seminario “non configura in alcun modo docenza conferita da Sapienza Università di Roma”.
Conclusi gli studi, partecipa al concorso per segretario generale della Camera di commercio di Trapani e lo vince: due anni dopo si dimette al termine di indagini per falsificazione di dati sul curriculum dove figurava come direttore regionale di Confcommercio Sicilia mentre era il direttore della provincia di Agrigento. L’inchiesta si concluse in un nulla di fatto, ma Alfano non riuscì a ritornare al vecchio incarico.
Non solo. Come ha ricostruito Live Sicilia, un esposto anonimo avrebbe portato gli inquirenti a indagare sul concorso stesso, vinto da Alfano jr nonostante non avesse il requisito fondamentale dei 5 anni di esperienza. Il portale siciliano ricorda anche la vicenda di tre esami universitari di cui mancavano i verbali per cui il fratello del ministro fu indagato, insieme ad altri studenti (l’inchiesta venne archiviata al ritrovamento dei verbali).
Fallito il ritorno alla Camera di commercio di Trapani, nel 2013 viene chiamato come dirigente di Postecom senza neanche passare da un concorso: a sceglierlo l’ex ad Massimo Sarni che gli abbassa lo stipendio da 170mila a 160mila euro annui. In due anni alle poste, il fratello del leader di NCD è protagonista di numerose interrogazioni parlamentari e di un’inchiesta interna, ma viene comunque trasferito a capo dell’ufficio Poste Tributi.
Nel 2015 cambia il vertice di Poste e Francesco Caio è il nuovo a.d.: è lui che lo trasferisce alla Capogruppo di Poste italiane, facendo scattare una causa di lavoro per una dequalificazione professionale (con diminuzione dello stipendio). Per sistemare il contenzioso, si decide di trasferirlo in Sicilia nella sezione degli Immobili con lo stesso stipendio del primo incarico.
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