Regali di ogni genere indirizzati ad Alessia Pifferi, la 36enne di Milano accusata di aver lasciato morire di stenti la sua bambina, la piccola Diana, abbandonata in casa per una lunga settimana.
Allo studio dell’avvocato di Alessia, quasi quotidianamente, giungono profumi, creme e anche soldi da parte di altre donne che, seppur da lontano, vogliono sostenere la 36enne, attualmente detenuta nel carcere di San Vittore.
“Sola e spaurita”, è così che deve apparire Alessia Pifferi alle donne, tutte sconosciute, che ogni giorno le inviano regali e soldi in carcere.
All’indirizzo del suo avvocato, Solange Marchignoli, giungono ogni giorno missive e pacchi contenenti profumi, creme, prodotti per il corpo, assegni e tanto altro, tutti da destinare alla sua assistita, attualmente detenuta nel carcere di San Vittore, con l’accusa di omicidio.
La 36enne di Milano, Alessia Pifferi, è infatti accusata di aver lasciato morire di stenti la sua bambina, la piccola Diana – 16 mesi – lasciandola sola in casa per una settimana, mentre lei trascorreva qualche giorno di ferie con il suo compagno, a Leffe.
Rientrata a casa, la donna aveva trovato la piccola ormai senza vita, raccontando di averla affidata a una baby-sitter. Testimonianza che però non ha mai trovato riscontro da parte degli inquirenti.
“Voglio dare una mano anche io non inviando soldi, ma qualcosa che possa aiutarla nel quotidiano: una piccola coccola a questa donna confusa e spaurita”
si legge in uno dei tanti messaggi giunti allo studio del suo legale.
L’avvocato Marchignoli ha sempre sostenuto che la sua assistita abbia bisogno di essere aiutata.
Nonostante dal carcere non siano mancate le richieste di contatto da parte di Alessia Pifferi per il suo compagno, l’uomo sembra non volere più avere a che fare con lei, tanto da aver cambiato anche utenza telefonica.
È con lui che Alessia Pifferi ha trascorso gli ultimi giorni di vita della sua bimba, mentre Diana moriva – presumibilmente di fame e di sete – in un appartamento del quartiere Lembro a Milano.
Al suo compagno, la 36enne aveva riferito di aver affidato la bambina alla sorella, che invece era ignara di quanto stesse accadendo alla nipotina.
Quella relazione era nata da poco, ma Alessia Pifferi aveva voluto salvaguardarla, pur consapevole di mettere a repentaglio la vita della sua bambina, lasciandola sola per così tanto tempo.
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