La connazionale Alessia Piperno è stata una delle protagoniste di questa rivoluzione iraniana e ha pagato personalmente le conseguenze della repressione governativa. Di recente ha voluto affidare ai social un messaggio profondo rivolto alla sua ex compagna di cella ora condannata a morte.
Un messaggio che ha attirato l’attenzione mediatica in quanto profondo e significativo e per la prima volta dopo la scarcerazione Alessia ha parlato della sua prigionia e di ciò che ha vissuto emozionalmente. La giovane italiana si trovava in Iran proprio quando sono scoppiate le proteste per la morte di Masha Amini il 16 settembre. In quel periodo ha condiviso sui social il suo pensiero sul trattamento della polizia morale e del governo iraniano nei confronti delle donne e ciò ha creato malcontento tra le autorità. Soltanto pochi giorni dopo si è ha preso che Piperno era stata arrestata durante le proteste e portata al carcere di Evin A Teheran, che è la struttura principale dove sono detenuti e manifestanti e gli studenti ritenuti.
Il messaggio che ha mandato alla ex compagna di cella di Evin ha evidenziato nuovamente un problema di fondo alla base del conflitto interno iraniano, ovvero la possibilità di decidere della vita di una donna ma anche di una madre di tre figli. La libertà femminile così come i diritti continuano a preoccupare le autorità internazionali, gli attivisti iraniani e di tutto il mondo, che non si fidano della notizia emersa che vede soppressa la polizia morale.
In Iran le proteste sono cominciate con la morte del ventiduenne Amini a seguito dell’arresto da parte della polizia morale con l’accusa di aver indossato male il velo e purtroppo date le ripetute percosse la ragazza è deceduta mentre era trattenuta dalla polizia.
Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha così scatenato l’indignazione e il malcontento del popolo iraniano che è sceso in strada ed ha riempito le piazze di tutto il paese per protestare contro la violenza applicata dalla polizia religiosa e per chiedere diritti e parità per le donne.
Proprio pochi giorni dopo dall’inizio delle proteste, che hanno sconvolto l’Iran, la connazionale Alessia Piperno è stata arrestata e incarcerata nel carcere di Evin a Teheran. Il carcere è noto per essere uno dei più duri ma soprattutto per ospitare i dissidenti politici tra cui studenti e i manifestanti. Proprio mentre Alessia si trovava all’interno del carcere si è verificata una dura repressione, come confermato da diverse fonti locali vicino alla struttura. Le autorità iraniane hanno affermato che si era trattato di una rivolta carceraria con conseguente incendio causato dai prigionieri.
Mentre le notizie giunte soltanto giorni dopo hanno parlato di una dura repressione che ha coinvolto sia la sezione femminile che quella maschile dove sono stati anche uccisi prigionieri e molti dei quali sono rimasti feriti. La Farnesina ha lavorato incessantemente per la liberazione della connazionale recluse nera e fortunatamente la gestione della trattativa è andata a buon fine e Alessia è potuta rientrare in Italia e riabbracciare così la sua famiglia.
Il 28 settembre ha cambiato per sempre la vita di Alessia Piperno che, proprio quel giorno, è stata arrestata poi portata al carcere di Evin a Teheran ed è qui che ha conosciuto Fahimeh Karimi. La donna è un’allenatrice di pallavolo ma anche madre di tre figli ed è stata arrestata per aver partecipato alle manifestazioni in onore di Masha mi Amini e in favore della libertà femminile.
Karimi è accusata di aver sferrato calci ha le forze dell’ordine e per 34 giorni è stata la compagna di cella di Alessia Piperno e danno condiviso uno dei momenti che dolorosi ma anche più significativi della storia iraniana. Dopo il suo ritorno in Italia la connazionale non ha parlato più di tanto pubblicamente di ciò che aveva visto o che le era successo ad Evin ma dopo aver appreso che la sua ex compagna di cella era stata condannata a morte ha voluto esternare il suo profondo pensiero affidandolo ai social.
Nel lungo post si legge: “Sei bianca come quel muro, sarà che a forza di guardarlo, ha mangiato i tuoi respiri. Siamo nascoste in un punto cieco qui, le tue urla sono come il silenzio, fai a pugni con la porta e calpesti le tue stesse lacrime. “AZADI! AZADI! (Libertà). Ti canto Bella ciao, e tu ti metti a piangere, altre volte mi batti le mani. Vorrei dirti di più, ma che ti dico?”.
Un racconto straziante e un dolore che arrivato dritto al cuore di chi ha letto del post avvertendo la sofferenza di Alessia Piperno e la sua preoccupazione per Karimi condannata a morte dopo essere tra stata trasferita dal carcere di Evin. Da quel momento non ha più ha avuto notizia di lei se non quando è venuta a conoscenza della sua attuale condizione.
La travel blogger ha scritto inoltre: “Tra di noi non ci sono state grandi conversazioni, dal momento che io non parlavo farsi e lei non parlava inglese. Ma eravamo unite dallo stesso dolore e dalle stesse paure. Ho cercato il suo nome ogni giorno da quando sono tornata, per controllare se avessero liberato anche lei. Invece mi sono trovata davanti a un articolo con il suo volto con scritto condannata a morte”.
La sofferenza di Alessia Piperno nonostante si tratti di un messaggio scritto traspare in maniera evidente e per concludere il suo pensiero ha specificato poi: “Domani è un giorno nuovo, magari saremo libere, anche se si, hai ragione, te l’ho detto anche ieri. Arriva la pasticca che ci canterà la ninna nonna, ti prendo la mano, è quel poco che posso fare, metti la testa sotto la coperta, almeno lì le luci sono spente, guarda il cielo, le vedi anche tu le stelle? Buona notte Fahimeh”.
Nonostante siano giorni nei quali traspare un messaggio davvero positivo da parte del governo iraniano ovvero che la polizia morale è stata abolita , gli attivisti iraniani, ma anche i protagonisti di questa rivoluzione, non credono che questa sia la realtà ma pensano invece che la situazione sia stata portata dall’attenzione mediatica che si è creata e con la solidarietà mondiale nei confronti del popolo iraniano ma pensano che in realtà le cose procederanno esattamente come sono andate avanti fino ad ora.
Per quanto riguarda Fahimeh Karimi la preoccupazione delle autorità internazionali dopo il suo trasferimento e la notizia della sua condanna a morte è molto alta e si teme realmente per la sua sorte.
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