Nuovi dettagli in merito all’arresto di Alessia Piperno, la ragazza di Roma che si era recata in Iran per festeggiare il suo compleanno.
Proprio in quel giorno, il 28 settembre, la famiglia ha riferito di averla sentita per l’ultima volta prima di apprendere dell’arresto.
Della travel blogger che risiede nella zona Colli Albani a Roma, ci eravamo occupati nelle scorse ore data la gravità della notizia.
Torniamo indietro al mese di luglio, quando la giovane appassionata di viaggi decide di regalarsi un’esperienza in Iran insieme ad alcuni amici.
Il gruppo poi si allargherà, infatti nell’ostello in cui alloggiano ci sono molti altri ragazzi e alcuni si uniscono all’allegra compagnia che il 28 settembre si stava recando a fare un pic nic.
Quella mattina i genitori di Alessia la chiamano al telefono per farle gli auguri e dopo poche ore non riescono più a mettersi in contatto con lei non solo quel giorno ma anche nei successivi.
Sarà la ragazza a telefonargli in lacrime riferendo una situazione davvero sconcertante che nessuno si aspettava di certo.
Alessia è in carcere, non si sa bene per quale motivo dal momento che anche il padre ha confermato che non si tratta di una ragazza che si mette nei guai, anzi è molto rispettosa degli obblighi nei Paesi che visita.
Tuttavia da alcuni post precedenti alla scomparsa, si evinceva come si schierava dalla parte di coloro che chiedevano libertà in seguito alla morte di Masha Amini.
In questo momento sono in corso nel Paese molte rivolte e proteste in questo senso e chissà, magari Alessia si è esposta troppo o ha fatto qualcosa di avventato, venendo quindi arrestata dalle forze dell’ordine.
Mille dubbi hanno affollato la testa dei genitori della ragazza, fra cui il motivo per cui sia stata arrestata e soprattutto in quale carcere si trovi con esattezza.
In merito al primo punto si sta muovendo la Farnesina, infatti subito il padre ha contattato chi di competenza per fare luce sull’accaduto.
Rimaneva da scoprire dove si trovasse la 30enne e anche a questo abbiamo una risposta da poche ore, sembra infatti che si trovi nel carcere di Evin, a nord di Teheran.
La struttura penitenziaria è nota perché utilizzata dalle autorità iraniane per rinchiudere i detenuti politici e gli oppositori.
Questo rafforza l’ipotesi che Alessia si sia esposta troppo in merito alla rivolte in corso nel Paese, addirittura in un post su Instagram aveva scritto “Masha Amani potevo essere io”.
Purtroppo questo carcere non ha una bella reputazione, infatti molti in passato avevano denunciato le condizioni in cui versano i detenuti, in particolare, Amnesty International ha più volte acceso i riflettori sulle violenze a Evin.
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