Alessia Piperno, la 30enne romana tornata dalla terribile prigionia nel carcere di Evin, a Teheran, parla pubblicamente per la prima volta.
“Adesso sono a casa con la mia famiglia, ma non dimenticherò mai gli orrori vissuti nel carcere a Teheran e il costante stato di paura che si vive in quella città”.
Alessia è residente ai Colli Albani, in provincia di Roma e da 6 anni è un’appassionata di viaggi. L’ultimo è stato quello in Iran, regalo per il suo trentesimo compleanno a settembre.
Era il mese di luglio quando la giovane decide di partire alla scoperta di questo Paese nuovo, che al momento sta affrontando una situazione molto particolare a causa delle proteste contro il regime, a seguito della morte in circostanze sospette di Mahsa Amini. Per tale ragione in tutto il Paese si organizzano proteste che la polizia seda con l’uso della forza e delle armi.
Doveva essere uno dei tanti viaggi di Alessia, l’ennesimo che avrebbe documentato sulla sua pagina Facebook dedicata, invece, il giorno del suo compleanno del 28 settembre, è l’ultimo in cui i genitori hanno notizie di lei.
Quella mattina, il padre la chiamò per fargli gli auguri e poi non riuscì più a mettersi in contatto con lei. Sarà proprio Alberto Piperno a rispondere a una successiva telefonata della figlia, in cui in lacrime riferiva di essere in un carcere di Teheran.
Anche se gli era stato fortemente sconsigliato di battersi insieme alle donne che chiedevano libertà in Iran, la giovane non ha potuto esimersi dall’esprimere loro vicinanza e quindi ha attirato le attenzioni sbagliate ed è stata arrestata.
Subito i genitori si sono messi in contatto con la Farnesina e dopo 45 giorni di prigionia, finalmente la 30enne è tornata a casa lo scorso 10 novembre e solo in queste ore ha trovato il coraggio di parlare pubblicamente di quanto accaduto.
“ho visto e sentito cose che non dimenticherò. mi ritengo libera fisicamente ma nella mia testa rimangono impresse immagini terribili”
Inizia così il racconto di Alessia, che in un lungo post su Instagram ha parlato della sua esperienza in Iran, compresi brutti ricordi e conseguenze che si porterà addosso per tanto tempo nella mente.
Dalla sua casa nel quartiere Colli Albani ha descritto i giorni precedenti all’arresto ma anche il desiderio di voler continuare la lotta al fianco della popolazione di Teheran.
La ragazza aveva sentito parlare della prigione di Evin ma di certo non poteva immaginare che di lì a poco sarebbe stata incarcerata fra quelle mura dove ogni giorno si consumano violenze sui detenuti.
“non avevo fatto nulla per meritare di essere rinchiusa e non engo che sono stati i giorni più duri della mia vita. ho visto, subito e sentito cose che non dimenticherò mai”.
Si è detto della ragazza che era una protestante, in realtà ha rivelato che si teneva alla larga dai cortei, anche perché aveva paura degli spari. Tuttavia ha manifestato più volte solidarietà alla popolazione in rivolta e così è stata arrestata dalle autorità.
“ho conosciuto delle belle persone in carcere che purtroppo sono ancora rinchiuse laggiù, dove ci si lava una volta a settimana e si hanno 5 minuti di aria due volte alla settimana”.
Elemento ricorrente nel racconto di Alessia sono le urla ad ogni ora del giorno, quello che probabilmente le rimarrà impresso per sempre.
“ringrazio chi è stato vicino alla mia famiglia, riabbracciarla è stato più bello della libertà stessa. sono molto fortunata”.
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