Ribaltata la sentenza di primo grado sul caso Alex Pompa. A 14 anni uccise il padre dopo una lite, ma non fu legittima difesa.
Il caso Alex Pompa ribalta la prima sentenza: non fu legittima difesa ma omicidio. Il pubblico ministero conclude: “Ci vuole il coraggio di dire che un figlio ha ucciso il padre“. Ma per i giudici 14 anni di carcere sono troppi. La notte del 30 aprile 2020 Alex aveva ucciso il padre Giuseppe Pompa, a Collegno all’età di 14 anni. La sentenza della Corte Costituzionale è stata ribaltata da quella d’appello di Torino.
Caso Alex Pompa: ribaltata la sentenza, fu omicidio non legittima difesa
Era il 2020, il 30 aprile. Alex Pompa uccide il padre, violento, al culmine di una lite. La prima sentenza aveva parlato di legittima difesa, ma davanti alla Corte d’appello di Torino il ragazzo, adesso 17enne, è stato giudicato colpevole di omicidio. Non si possono considerare certi attenuanti nell’ambito dell’omicidio familiare fanno sapere i giudici di Torino che hanno ribaltato la sentenza della Corte Costituzionale. Ad esempio, non si possono considerare attenuanti nelle aggravanti come il vincolo di parentela.
La pena deve essere calibrata e proporzionale, sottolinea la Corte d’appello, alla luce degli eventi e alla personalità dell’imputato.
Giuseppe Pompa un uomo violento
Ossessivo, aggressivo, ma che non è mai passato dalle minacce ai fatti, dice la Corte di Torino. Una questione centrale nella decisione di non pronunciarsi in favore della legittima difesa. Un caso in cui Alex, imputato, non avrebbe dunque reagito all’aggressione nonostante il padre fosse un violento.
Il ragazzo avrebbe agito in anticipo, e si sarebbe scagliato contro una persona disarmata quando ha sferrato il colpo alla schiena. Poi altre 34 colpi. Coltellate contro un uomo che era disarmato. Dunque secondo i giudici Alex avrebbe aggredito, non si sarebbe difeso.
La lite in famiglia era scoppiata con la madre, quando tornata a casa la donna inizia a battibeccare con il marito – per l’ennesima volta. I toni si alzano, l’accusa era di aver sorriso a un collega di lavoro della donna. Claudio Strata, aveva parlato di Alex come un ragazzo cresciuto in fretta, a causa di insulti e minacce. Il ragazzo si difende: “Ha agito per difendere mia madre e mio fratello”.
Il giovane ha raccontato che il padre si stava recando in cucina per prendere un coltello, la sua mossa sarebbe stata quello di anticiparlo, in difesa della famiglia altrimenti: “Ci avrebbe uccisi tutti”. Lo ha detto Pompa davanti agli inquirenti, quando si era costituito ormai due anni fa, all’età di soli 14 anni.