Alexei Navalny ha riferito di aver trascorso il Capodanno a letto, come punizione, visto che aveva fatto la doccia troppo presto.
Alexei Navalny, oppositore di Vladimir Putin, attualmente rinchiuso in un centro di detenzione a 200 km da Mosca, ha raccontato di aver passato il Capodanno a letto perché si era fatto la doccia troppo presto. In un messaggio, diffuso dai suoi avvocati, l’uomo ha affermato che l’amministrazione del suo carcere, ha deciso il 31 dicembre di imporgli 15 giorni di mitard per aver violato il regole. Inoltre, l’uomo afferma che un suo compagno di cella, presumibilmente senzatetto, pare venga usato dalle guardie come “arma batteriologica“.
Una doccia fatta prima dei tempi previsti è costata ad Alexei Navalny il passare il Capodanno a letto.
L’oppositore politico di Vladimir Putin ha affermato di essere stato accusato di aver fatto la doccia mattutina alle ore 5:24 e non alle 6 del mattino come stabilito dalle regole del carcere.
L’uomo ha riferitto che, con questa misura, gli hanno rovinato – ironicamente – il Capodanno che avrebbe voluto passare mangiando un pacchetto di patatine e del saira, ossia un pesce giapponese.
Ha raccontato, inoltre, di aver trascorso l’intero Capodanno a letto con altri due detenuti, tra cui uno “psicotico” che “urlava“. Ha anche fatto riferimento a uno dei suoi compagni di reclusione regolari negli ultimi mesi, che ha problemi di igiene e sembra “senzatetto“.
Tale prigioniero, secondo Navalny, viene utilizzato come “arma batteriologica“. Secondo lui, l’amministrazione costringe questo detenuto a fare avanti e indietro tra la loro cella e l’infermeria, colpita da un’epidemia di influenza.
“Sembra che lo stiano usando come arma batteriologica, non c’è da stupirsi che sia depresso“, ha commentato Navalny, prima di concludere con un “Buon anno, buona salute!”
Alexei Navalny, il cruccio di Vladimir Putin, è stato arrestato in Russia nel mese di gennaio 2021, al suo ritorno in patria, dopo aver subito un importante avvelenamento, che attribuisce all’azione del Cremlino.
L’uomo, ormai in carcere da due anni, ha affermato di accusare sintomi legati all’influenza e di non aver accesso a cure mediche. Dato confermato anche dai suoi sostenitori, i quali sostengono che il Cremlino stia facendo di tutto per ucciderlo lentamente.
L’oppositore avrebbe dovuto prender parte a tre udienze, in videoconferenza, ma ha chiesto al giudice di rimandarle, a causa delle restrizioni impostegli dall’amministrazione penitenziaria. Il giudice ha accettato la richiesta secondo Kira Iarmych, portavoce di Navalny.
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