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Alfano chiude Ncd: storia del Nuovo Centrodestra che ha appoggiato la sinistra


Addio al Nuovo Centrodestra (Ncd), uno delle miriadi di partitini che (non) hanno fatto la storia della politica italiana. Così come lo aveva creato, Angelino Alfano ha deciso di scioglierlo. Nessuna resa politica: il ministro degli Esteri ed ex delfino di Silvio Berlusconi pensa in grande. Alfano vuole infatti riunire i moderati di centrodestra in un nuovo partito che possa rappresentare l’alternativa al populismo della Lega Nord di Matteo Salvini. Il quale ha già reagito con scherno.

Alfano, ai microfoni della Rai, ha annunciato: «Dal 18 marzo noi diremo che l’esperienza del Nuovo Centrodestra si conclude con degli ottimi risultati, ma che adesso dobbiamo unirci con altri per riuscire a centrare l’obiettivo di dare finalmente una casa comune ai moderati liberali popolari italiani». Chi sono i moderati italiani? «Milioni e milioni di italiani che non vogliono allearsi con Salvini e non vogliono neanche allearsi con il Partito Democratico perché non sono di sinistra». L’eventuale patto di Berlusconi con Salvini «è inconciliabile, se Berlusconi si allea con lui non è più questa la dimensione dei moderati e dei popolari europei. Loro vogliono uscire dall’Europa, noi vogliamo cambiare l’Europa, difendendo le grandi conquiste di questi decenni a cominciare dalla pace e dalla sicurezza».

Sarcastica la reazione di Salvini, che su Facebook ha lanciato l’hashtag #alfanouomoinutile commentando così: «Come sono triste. Alfano ha annunciato che il 18 marzo l’Ncd si scioglierà, aggiungendo che lui rappresenterà milioni di italiani che non vogliono allearsi con Salvini. Come farà l’Italia senza Ncd? Come farò io senza Alfano? Amici, voi ce la farete a sopravvivere».

Chi farà parte del nuovo partito di Alfano? Come si chiamerà? Magari Nuovissimo Centrodestra… Scherzi a parte, difficile credere che possa essere Alfano a risollevare le sorti del centrodestra infiammando i cuori degli elettori delusi. In fondo non c’è mai riuscito col Nuovo Centrodestra che, a dispetto del nome, ha finito per appoggiare governi di centrosinistra.

Storia del Nuovo Centrodestra di Alfano
L’Ncd è nato il 15 novembre 2013 ad opera degli ex esponenti del Popolo della Libertà contrari al suo scioglimento e al ritorno di Forza Italia, e favorevoli a sostenere il Governo Letta. Confermandosi una formazione politica estremamente moderata e abile a sguazzare nelle larghe intese, Ncd ha poi sostenuto anche i governi di Matteo Renzi e di Paolo Gentiloni. Insomma, di fatto il partito di Alfano voltò le spalle a Berlusconi per appoggiare il centrosinistra.

Questo il ritratto impietoso che fece dell’Ncd l’Espresso: «Il Nuovo Centrodestra è nato vecchio. Età media più alta delle Camere, tanti assenteisti cronici, scarsa attività parlamentare e quasi solo uomini».

La breve storia di Ncd è stata costellata da un viavai di parlamentari. Diversi esponenti, da Carlo Giovanardi ad Andrea Augello, da Gaetano Quagliariello a Renato Schifani, negli anni hanno mollato Alfano. Di breve durata è stato anche l’esperimento centrista di Area Popolare (AP), coalizione nata per unire Ncd ad altri gruppi centristi come l’Udc di Pierferdinando Casini. L’idillio è terminato a dicembre 2016 con il referendum costituzionale: mentre il partito di Alfano sosteneva il Sì, l’Unione di Centro stava dalla parte di grillini e dalemiani.

Un partito che valeva il 3% dei voti
Di ispirazione democristiana, il partito si è sempre definito anche europeista e liberale. Quella di Ncd non è stata una vita parlamentare fatta di dure e stoiche battaglie, ma di mero appoggio ai governi. In tema di diritti civili, nonostante molti membri fossero cattolici conservatori, Ncd ha appoggiato le unioni civili. Il partito (nonostante le precedenti dichiarazioni di contrarietà) ha votato a favore dell’abolizione della legge Bossi-Fini e del decreto Maroni che prevedeva il reato di immigrazione clandestina. Per quanto riguarda la legalizzazione delle droghe leggere è sempre stato contrario, auspicando la reintroduzione della legge Fini-Giovanardi. Per quanto riguarda il lavoro ha elaborato un sistema di protezione per chi perde il lavoro, agevolazioni per gli imprenditori che assumono giovani, la riduzione del cuneo fiscale ed è stato favorevole al superamento dell’Articolo 18. A livello elettorale, Ncd si è presentata alle elezioni Europee del 2014 (nella lista con l’Udc), conquistando il 4,38% e solo due seggi. Secondo gli ultimi sondaggi politici, se si votasse oggi per le politiche il partito di Alfano prenderebbe non più del 3%. Un disastro, insomma.

Che fine farà Angelino Alfano?
Se Alfano ha deciso di sciogliere la sua creatura è perché coltiva ambizioni più importanti. Del resto lui è rimasto indenne dalla maledizione del “papabile successore di Berlusconi”. Prima di essere definito «traditore», era uno dei pupilli del Cavaliere, che lo immaginava come futuro leader del centrodestra. Nonostante Alfano abbia poi sbattuto la porta in faccia al re di Arcore, non è stato colto dalla maledizione che aveva punito gli altri che lo avevano fatto. Gianfranco Fini, ad esempio, è finito nel dimenticatoio politico e nelle carte della procura insieme ai Tulliani. Se Alfano non è stato (e probabilmente non lo sarà mai) un leader politico capace di sedurre le folle come lo stesso Berlusconi o Renzi, è riuscito però a sedersi sempre sulle poltrone che contano. Dopo aver presieduto il dicastero della Giustizia durante il Governo Berlusconi (suo il famigerato Lodo Alfano), è stato ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Letta. Renzi lo ha confermato al Viminale mentre Gentiloni lo ha fatto traslocare alla Farnesina dove, nonostante un inglese un po’ maccheronico, ricopre oggi il ruolo di ministro degli Esteri. Insomma, il suo nuovo partito potrà essere anche un bluff, ma scommettiamo che Alfano resterà nel giro che conta?

Francesco Minardi

Francesco Minardi è stata collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e politica interna ed estera,

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