Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41-bis, continua a fare lo sciopero della fame per protestare contro il “carcere duro”. Se le sue condizioni dovessero peggiorare, i medici metteranno in atto il piano Omega.
Attualmente le condizioni di salute di Alfredo Cospito sono ancora stabili. L’uomo, dopo circa centodieci giorni di digiuno, riesce ancora a parlare, muoversi e reagire.
Nel momento in cui non riuscirà più a svolgere queste funzioni, i medici lo sottoporranno al cosiddetto piano Omega, consistente essenzialmente nel trasporto diretto all’ospedale.
Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 -bis, non mangia da ben 110 giorni, assumendo unicamente liquidi, zucchero e sale.
Cospito ha deciso di attuare lo sciopero della fame per protestare contro l’istituto del carcere duro. Attualmente i medici assicurano che le condizioni di salute di Cospito sono stabili e dunque ancora compatibili con la detenzione.
“Benché il paziente sia sottopeso dopo il suo rapido dimagrimento, i suoi parametri restano all’interno dei limiti”.
Ha comunicato l’equipe medica.
L’uomo infatti, riesce ancora a reagire, muoversi e parlare. In ogni caso, nel momento in cui Cospito dovesse peggiorare, i medici e i giudici del tribunale di sorveglianza, hanno stabiliti che verrà applicato il piano Omega.
Questo consiste essenzialmente in un ricovero coatto nei confronti del detenuto, che verrà trasportato all’interno dell’ospedale più vicino.
Anche se il detenuto ha firmato un documento in cui stabilisce di non voler essere nutrito forzatamente, secondo la legge italiana, lo stato ha l’obbligo di prendersi cura dei carcerati. Dunque in caso di malore, mancamento o grave patologia, verrebbe disposto immediatamente il trasferimento in ospedale, sottoforma di un vero e proprio Tso.
I medici poi attiverebbero tutte le procedure salvavita, tra cui anche la nutrizione forzata.
I giudici e i medici del carcere duro hanno già messo in atto il piano Omega in passato, precisamente con Totò Riina e Provenzano.
Nel caso di Alfredo Cospito, vi è una scorta immediatamente pronta a partire, 24 ore su 24, per trasportare il detenuto dal carcere all’ospedale San Paolo.
La protesta di Alfredo Cospito contro il carcere duro e contro l’ergastolo ostativo, è la protesta di numerose persone, le quali ritengono che questa modalità di detenzione sia unicamente una forma di tortura per il detenuto.
Infatti, lo scorso 4 febbraio un enorme numero di manifestanti sono scesi in piazza e nelle strade della capitale per esprimere la loro vicinanza alla battaglia che sta conducendo l’anarchico in prigione.
Numerosi i disordini e gli scontri con la polizia.
“Lottare al fianco di Alfredo significa non volere un mondo che utilizza il carcere per importare sfruttamento e oppressione”.
Queste sono le parole di una delle manifestanti, parole acclamate dall’intera folla.
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