Oggi alle ore 10 Giorgia Meloni e i suoi 24 ministri hanno giurato fedeltà, ora si attende la proclamazione del sottosegretario Alfredo Mantovano.
Questo avrà luogo in seguito all’attesa cerimonia della campanella di domani, ma già si parla molto del prossimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Magistrato preso in prestito dalla politica, così potremmo definire quello che a breve diventerà il nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Meloni.
Questa mattina alle 10 è iniziato il giuramento della premier di Fratelli d’Italia e della sua squadra di 24 ministri, domani ci sarà la cerimonia della campanella a Palazzo Chigi, durante la quale verranno affidate le deleghe ai ministri senza portafoglio e verrà nominato appunto il nuovo sottosegretario. Alfredo Mantovano ha ricoperto già in passato questo ruolo ed è stato anche viceministro al Viminale.
Di origini pugliesi, nato nel 1958, Alfredo Mantovano ha esordito in politica nel 1996 con Alleanza Nazionale e in quella legislatura ha preso parte alle commissioni Giustizia ed Antimafia.
Candidato ma non eletto alle elezioni nel 2001, diventa sottosegretario per il governo di Silvio Berlusconi. Cinque anni dopo torna in parlamento con lo stesso partito e nel 2008 al Viminale come viceministro, in più riceve una delega per la pubblica sicurezza.
Il suo ritorno in magistratura avviene nel 2012, quando vota la fiducia al governo Monti ma alla scadenza della legislatura non si ricandida.
Diventa consigliere della sezione penale della Corte di appello di Roma e dal 2018 è consigliere della medesima sezione alla Corte di Cassazione.
Oltre al suo impegno in politica, Mantovano è un giornalista pubblicista fin dagli anni Ottanta e al momento scrive per il giornale Tempi, ma è anche direttore responsabile della rivista semestrale online L-Jus, che fa riferimento al Centro studi Rosario Livatino di cui è vicepresidente.
Questo è costituito da notai, avvocati e magistrati, nonché molte personalità che si occupano di materie giuridiche.
Mantovano fa parte di diverse fondazioni cattoliche e dal 2015 è presidente della fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre“, che si occupa di persecuzioni religiose.
Conservatore ed estremista cristiano, Alfredo Mantovano non è conosciuto solo per il suo impegno in politica ma anche per altri ideali.
Si è dichiarato più volte contrario alla legge 194, ossia quella che stabilisce il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza.
Mantovano ha partecipato a diverse manifestazioni in favore della famiglia ma la più importante è sicuramente il Congresso mondiale delle famiglie a Verona.
Il nuovo sottosegretario del governo Meloni è notoriamente contrario all’aborto e ai diritti civili, nonché forte sostenitore del nucleo familiare tradizionale composto da uomo e donna.
Proprio la tesi della sua laurea universitaria, conseguita alla Sapienza di Roma, parlava dei “Problemi di legittimità costituzionale della legge 194”, ossia quella che appunto sancisce il diritto ad abortire.
È tornato molte volte su questa tematica, infatti nel Congresso delle famiglie è stato relatore in merito alla “Tutela della vita“, dove ha sostenuto che questa legge non riconosce in realtà il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza, ma prevede una fase di prevenzione prima di questo gesto.
In qualità di giornalista ha scritto moltissimi libri in merito a questo argomento, ma anche su tematiche altrettanto forti come immigrazione, sostanze stupefacenti e comunità LGBT+.
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