Mondo del ciclismo in lutto per la morte di Alfredo Martini, storico commissario tecnico della nazionale italiana con sei titoli iridati conquistati in carriera e soprattutto figura imprescindibile del nostro movimento delle due ruote, punto di riferimento di praticamente tutta la storia del professionismo moderno. E, non cosa da poco, una bravissima persona: si faceva amare da tutti, ma non per buonismo (quello non serve, anzi) quanto per una sincerità toscana che ben si accompagnava a una estrema eleganza nei modi e nelle dichiarazioni. Scomparso all’età di 93 anni, le sue condizioni sono in realtà peggiorate rapidamente solamente qualche mese fa, visto che a inizio anno era ancora pimpante, ma per fortuna è riuscito a vedere il trionfo di Vincenzo Nibali al Tour de France 2014.
Il siciliano, per altro, ha ricordato Martini pochi secondi dopo aver tagliato il traguardo di Parigi, non dimenticando una figura importantissima anche per le giovani leve del ciclismo, nonostante non sia mai stato direttamente responsabile durante gli ultimi anni. Ma dal compianto Ballerini a Bettini fino a Cassani, tutti sono stati accolti dall’ala protettrice di Alfredo, che in carriera era stato gregario di Coppi. In bici aveva vinto poco ma bene con tappe al Giro d’Italia e Svizzera e un terzo posto al Giro 1950 oltre al terzo posto nella tappa più mitica di sempre, la Cuneo-Pinerolo al Giro del 1949 dietro Coppi e Bartali.
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