Alfredo Mercatante è ormai, per tutti, il professore fantasma. I suoi studenti di Lodi, tra certificati di malattia, aspettative e permessi per curare il padre malato, non l’hanno visto quasi mai. Peccato che il 55enne esercitasse tranquillamente l’altra professione, quella di avvocato, in Calabria, continuando a percepire lo stipendio da insegnante. Finché la guardia di finanza lo ha arrestato.
Eppure Alfredo Mercatante aveva un curriculum di tutto rispetto.
Oltre ad essere docente di diritto e titolare di uno studio legale vicino Vibo Valentia, è stato anche presidente dell’associazione antimafia Partecipazione e componente di Libera.
Tanto che una volta, il 15 marzo del 2004, quando era esponente provinciale e regionale dei Ds, fu minacciato con tre cartucce di fucile, una bottiglia di benzina e una scatola di fiammiferi che gli furono recapitati presso il suo studio.
Mercatante, che era dunque uno stimato sponsor antimafia, era stato anche sindaco di San Costantino Calabro, tra il 1988 e il 1997, per il Pds.
Assente a scuola, faceva l’avvocato in Calabria
Mercatante rischia però adesso di essere ricordato per la vicenda che lo vede protagonista come professore assenteista. A Lodi, dove era diventato docente di diritto, non si faceva vedere quasi mai.
Negli ultimi cinque anni ha collezionato ben 1533 giorni di assenza da scuola. Per lunghi periodi i suoi studenti non l’hanno mai visto.
Il professore fantasma presentava continuamente certificati di malattia: 800 giorni si è giustificato con un certificato medico per lombosciatalgia acuta.
Inoltre mancava perché, almeno così raccontava, doveva assistere il padre malato. Per questo, e altre cose, presentava anche continui certificati di aspettative.
Secondo l’ordinanza della finanza, risulta tuttavia che Mercatante abbia chiesto il permesso per assistere il padre «anche in periodi successivi al decesso».
Tutte balle, secondo la finanza che, dopo le indagini del caso, ha scoperto che il professore presunto malato e presunto assistente di malato, lavorava come avvocato in Calabria. Aveva partecipato a 350 udienze fra tribunale, giudice di pace e Tar di Catanzaro.
L’accusa è di truffa ai danni dello Stato
Nonostante tutte queste assenze, ha percepito stipendi per quasi 100mila euro in cinque anni come professore. Di qui l’accusa di truffa ai danni dello Stato.
Mercatante, agli arresti domiciliari, come svela il Corriere, alle Fiamme Gialle si sarebbe giustificato così: «Non vado tutti i giorni in tribunale e ogni volta che devo andare fuori casa per attività lavorativa la mia consorte mi fa punture di Toradol e Voltaren per il mio mal di schiena. Ovviamente, avendo io la famiglia a San Costantino Calabro non avrei nessuno in provincia di Lodi che possa darmi assistenza. Inoltre non posso stare molte ore in piedi pertanto sarebbe difficile, se non impossibile, esercitare il servizio scolastico dove avrei alunni da assistere per diverse ore al giorno».