Alice è morta a 16 anni: a ucciderla un overdose di eroina gialla

Alice Bros è morta a soli 16 anni: a ucciderla è stata un’overdose di eroina gialla, una nuova droga molto potente, spacciata principalmente sulla piazza di Mestre da cittadini nigeriani. E’ molto diffusa nel Nordest e nel 2017 ha provocato 18 vittime. La giovane friulana è stata trovata morta mercoledì pomeriggio all’interno di un bagno della stazione ferroviaria di Udine. A dare l’allarme è stato un passante che ha visto il corpo privo di sensi della minorenne.

 

La ricostruzione dell’accaduto

Gli inquirenti hanno potuto ricostruire la dinamica dell’accaduto grazie alle parole del fidanzato di Alice, interrogato come persona informata sui fatti. Il giovane ha raccontato che è andato a prendere la ragazza all’uscita di scuola, insieme hanno fatto una passeggiata fino in stazione, poi hanno pranzato con un trancio di pizza. A un certo punto si sono chiusi nel bagno e si sono infilati l’ago in vena per assumere una micidiale dose di eroina gialla.

 

In un attimo entrambi si sono assopiti: quando il giovane è tornato in sé si è accorto che l’amica era priva di sensi. Ha provato a sollevarla per avvicinarla al lavandino e bagnarle il viso con dell’acqua fresca. Purtroppo non si era reso conto che era già morta. La scena è stata notata da un passante che ha immediatamente avvertito un capotreno e chiamato i soccorsi.

Sul corpo della giovane Alice è stato effettuato l’esame autoptico, che secondo alcune indiscrezioni confermerebbe il decesso per overdose. Si attendono tuttavia gli esiti degli esami tossicologici.

Il sindaco lancia l’allarme eroina

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, che ha lanciato l’allarme eroina. Il suo obiettivo è evitare di tornare alla situazione di qualche decennio fa, in cui si parlava quasi quotidianamente di morti per overdose. ‘Qualora dovesse essere confermata la versione dell’overdose, noi come Comune ci impegniamo a implementare le politiche indirizzate ai nostri ragazzi puntando sulla sensibilizzazione contro l’uso di sostanze mortali come le droghe’, ha dichiarato il primo cittadino.

La famiglia di Alice invece, non è convinta che la figlia fosse realmente una tossicodipendente: ‘Non possiamo accettare che il ricordo di nostra figlia resti legato a quello di una ragazza morta di overdose nel bagno di una stazione, è qualcosa che non corrisponde a quel che lei era, al suo modo di fare. Alice aveva un colorito sano, aveva appetito: nulla ci lascia pensare che nostra figlia si drogasse’, hanno dichiarato i genitori in un’intervista a Il Messaggero Veneto.

 

 

 

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