Alice Neri, inquirenti a caccia di tracce sui pantaloni di Mohamed Gaaloul: incidente probatorio su vari reperti tra cui gli indumenti del 29enne tunisino principale indagato per l’omicidio della 32enne a Fossa di Concordia (Modena).
L’incarico ai periti del giudice il prossimo 31 marzo, ammessi 13 reperti tra i quali i pantaloni dell’indagato che, secondo alcuni testimoni, sarebbero apparsi “sporchi di olio” (materiale che potrebbe essere stato usato nel rogo dell’auto e del corpo della vittima) la mattina del 18 novembre dopo la morte di Alice Neri.
Il 31 marzo prossimo, in tribunale a Modena, l’udienza per l’affidamento dell’incarico ai periti del giudice per compiere accertamenti su alcuni reperti relativi alla morte di Alice Neri.
Si tratta di analisi da compiere in sede di incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sul decesso della 32enne, trovata morta carbonizzata nel bagagliaio della sua auto, bruciata in una zona di campagna a Fossa di Concordia (Modena), il 18 novembre scorso.
Tra questi reperti anche gli indumenti di Mohamed Gaaloul, il tunisino ritenuto il sospettato numero uno del delitto e attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere.
Secondo gli inquirenti, sarebbe lui il principale indiziato sebbene restino formalmente indagati, come atto dovuto, riporta Ansa, anche il marito della vittima, Nicholas Negrini, e il collega di Alice Neri che con lei avrebbe trascorso ben 7 ore prima della morte, Marco Cuccui.
Le indagini sulla morte di Alice Neri sono apparse immediatamente complesse. Una costellazione di nuovi reperti da sottoporre ad analisi con la formula dell’incidente probatorio potrebbe dare un contributo ulteriore all’inchiesta.
Gli oggetti da analizzare, a caccia di tracce di un accelerante o di materiale infiammabile, così come di impronte digitali o di eventuali profili di Dna, provengono dalla scena del crimine.
Alice Neri fu trovata morta nel bagagliaio della sua macchina in un campo a Fossa di Concordia, nel Modenese, il corpo carbonizzato.
I reperti isolati sul luogo del ritrovamento comprendondono un flacone di detergente, un mozzicone di sigaretta, una bomboletta spray, alcuni pezzi di carta assorbente, il frammento di una bottiglia di plastica, una spallina di reggiseno, un cucchiaino, alcune compresse e flaconcini di medicinali.
Tra gli oggetti al vaglio anche un bidone di plastica e i resti di un cellulare e di uno smartwatch.
Si procederà anche all’esame di un borsello trovato a casa del principale indagato, Gaaloul, e sarà fatta anche una copia forense del suo telefonino.
La difesa del tunisino, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini, ha inoltre chiesto e ottenuto l’analisi dei pantaloni trovati nell’abitazione del suo assistito.
Incaricati degli accertamenti tre esperti del del Ris di Parma, Antonio Giuliano, Giuseppe Masimiliano Aprea e Dario Ferratti, un perito informatico, Christian Mauro, e Pasquale Poppa, del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense dell’Istituto medicina legale di Milano.
In carcere a Modena, Gaaloul continua a dirsi innocente e la famiglia ne sostiene l’estraneità ai fatti.
Secondo il suo difensore, non vi sarebbe alcuna prova materiale di un suo coinvolgimento nell’uccisione di Alice Neri.
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