Alice Scagni è stata uccisa la sera del 1° maggio scorso e in carcere, accusato di averla colpita a morte con diverse coltellate, c’è il fratello 42enne, Alberto Scagni. L’uomo, secondo quanto ricostruito, avrebbe covato invidia per la vita della vittima e le avrebbe chiesto continuamente soldi.
Le indagini sul delitto di Genova continuano e nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli sulla storia di Alice Scagni, uccisa a 34 anni per strada mentre portava a spasso il suo cane. Ad aggredirla e toglierle la vita sarebbe stato il fratello, Alberto Scagni, al culmine di una lite per questioni economiche. Da tempo avrebbe pressato la vittima con continue richieste di soldi.
Alberto Scagni avrebbe ucciso la sorella perché invidiava la sua vita, e in passato avrebbe già rivolto insistenti richieste di denaro alla vittima e ad alcuni loro familiari tra cui la nonna (da cui avrebbe preteso 50mila euro, riporta Ansa).
L’ultima discussione, la sera del 1° maggio scorso, sarebbe sfociata nel sangue. Il 42enne avrebbe colpito ripetutamente la donna con un coltello che avrebbe tenuto nascosto in una busta, portato con sé da casa. In questo, secondo quanto emerso, potrebbe rilevarsi un elemento a favore dell’ipotesi di premeditazione del delitto.
L’agenzia di stampa ha diffuso un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, in cui emergerebbe il racconto del marito della vittima agli inquirenti:
“Nell’ultimo periodo Alberto aveva manie di persecuzione perché temeva di essere escluso dall’eredità e nel contempo aveva cominciato a chiedere sempre più soldi ai suoi famigliari”
Dopo la perdita della figlia e l’arresto del figlio con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio, la madre dei due, Antonella Zarri, ha parlato ai microfoni dell’Ansa sottolineando come, in passato, la famiglia abbia chiesto aiuto alle istituzioni per la situazione che si sarebbero trovati a vivere a causa delle condotte di Alberto Scagni. Se avessero ottenuto un supporto, avrebbe dichiarato la donna, la vita di entrambi i suoi figli forse avrebbe avuto un diverso epilogo.
“Mio figlio si poteva fermare prima e mia figlia sarebbe stata salvata”
Secondo quanto trapelato dopo l’arresto, nelle ore precedenti il delitto, Alberto Scagni avrebbe fatto una telefonata dal contenuto minatorio alla famiglia. Il padre avrebbe parlato di una minaccia a ridosso dell’omicidio: in una chiamata di poche ore prima, il 42enne avrebbe dichiarato di essere pronto a tagliare la gola ai parenti.
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