L’All Star Game è il più grande spettacolo di intrattenimento della National Basketball Association. Un incontro tra campioni della massima serie di basket a livello internazionale che si sfidano tra schiacciate, tiri da tre punti e una partita incredibile tra i campioni della West e della East Coast. Quest’anno, si è svolta a Toronto, e ha mandato in scena l’ultimo All star Game di sua maestà Kobe “Black Mamba” Bryant.
La serata conclusiva degli All Star Games sono uno spettacolo ma la serata è impreziosita dall’addio al basket di Kobe Bryant. L’ultimo All Star Game per uno dei giocatori più importanti ed iconici del basket. Kobe, insieme a Wilt Chamberlain, Magic Johnson, Michael Jordan entra di diritto nell’olimpo dell’NBA e verrà sempre ricordato per quanto è riuscito a dare allo sport.
Nella serata di ieri sera, nonostante la vittoria dell’Ovest (di cui lui fa parte) per 196-173 (record dei punti complessivi 369) è riuscito a realizzarne solo 10 in 26 minuti, pensando, giustamente, più a divertirsi che a sfidarsi con gli altri campioni. Proprio Magic Johnson ha parlato di come Kobe, all’inizio della sua carriera, odiasse questi giochi perché non erano pieni di agonismo come lui voleva, perché lui ne aveva bisogno per dare il massimo. Crescendo è cambiato. Soprattutto per il finale della sua carriera, che si chiuderà ufficialmente tra qualche mese.
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I giovani rampanti del basket americano hanno cannabalizzato la partita, lasciando solo qualche briciola di punto ai grandi campione come Kobe Bryant, solo dieci punti. Il miglior in campo è stato Russel Westbrook, playmaker degli Oklahoma City Thunder che ha vinto l’MVP dell’All Star Game per il secondo anno consecutivo, un record. Il miglior realizzatore è stato Paul George degli Indiana Pacers con 41 punti, ad un solo punto dal record di Chamberlain. Mentre Steph Curry, nonostante i pochissimi punti messi all’attivo, ha deliziato tutti con un tiro da tre da metà campo, giusto per dimostrare che quando segna da li non è un caso e per far capire a tutti che adesso il campione dell’NBA è lui.
The Last but not the least
La presentazione all’Air Canada Centre di Toronto per il 65esimo All Star Game è stata, come spesso accade quando di mezzo c’è quell’incantevole macchina che si chiama NBA, deliziosa. Ogni giocatore è stato presentato tra gli applausi caldi del pubblico fino ad arrivare all’uomo, lasciato apposta, ultima nella lista, Kobe Bryant.
Il re della serata è “Black Mamba”. L’NBA ha creato un video della sua carriera dal draft fino alle ultime grandi vittorie (5 anelli NBA in carriera) e dopo le parole di Johnson prende parola Kobe: “Ringrazio tutti questi ragazzi”. Un minuto prima della fine della gara, una delle più spettacolari di sempre e sicuramente quella con più punti, coach Popovich e il suo vice, l’italiano, Ettore Messina, hanno chiamato in panchina Bryant, facendo godere l’atleta in forza ai Lakers della Standing Ovation di tutto il pubblico dell’Air Canada Centre di Toronto. Proprio mister Popovich, un burbero per natura, ha fine match ha dichiarato: “E’ stato un’icona per tanto tempo, un giocatore che ha avuto una grande influenza sulle generazioni a venire”.
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Kobe Bryant chiude il suo diciottesimo e ultimo All Star Game con 10 punti, 4 assist e 5 rimbalzi e 290 punti totali in tutti gli All Star a cui ha preso parte. A 37 anni, un’altra leggenda lascia l’NBA ma, come ha detto lo stesso saggio Kobe: “Mi sono divertito, abbiamo scherzato in panchina e lascio il gioco in buone mani”.