Stiamo esaurendo tutta l’acqua della Terra? Da più parti negli ultimi anni sono stati lanciati moniti contro lo spreco di risorse idriche e le nefaste conseguenze che ne deriverebbero, ed ora a sostegno di questa tesi apocalittica giunge l’allarme della Nasa, basato su uno studio decennale. Secondo gli scienziati statunitensi infatti, il livello di oltre la metà delle maggiori falde acquifere del pianeta sta diminuendo in modo crescente, oltrepassando il livello di sostenibilità: questo significa in poche parole che preleviamo più acqua di quanto la Natura produce.
Le immagini catturate dai satelliti mostrano che 20 delle 37 falde acquifere più grandi del mondo dislocate in tutti i continenti, dalla Francia all’India, dagli Stati Uniti alla Cina, hanno già ampiamente oltrepassato questa soglia critica, e di queste 13 hanno raggiunto un livello tale da essere inserite nella categoria a maggior rischio. Una situazione che potrà solo peggiorare secondo gli studiosi, poiché viviamo in un’epoca caratterizzata dalla sovrappopolazione, e la dipendenza di varie attività umane dalle falde acquifere, dall’agricoltura all’estrazione mineraria, non potrà che intensificare questo fenomeno.
Già da qualche anno una parte del mondo scientifico sottolinea come oggi l’umanità consuma più risorse di quelle che la Terra produce, e questa situazione non risparmia nemmeno l’acqua, fonte vitale senza cui non potrebbe esserci vita nel pianeta. Le falde acquifere forniscono il 35 per cento di acqua utilizzato dagli esseri umani a livello mondiale, e la domanda aumenta in caso di siccità. Questo continuo prelievo mette a dura prova le falde acquifere, poiché esse hanno bisogno di migliaia di anni per riempirsi nuovamente: a soffrire maggiormente sono le zone più povere del pianeta, nell’Africa subsahariana, nella penisola araba e nel massiccio indo-pakistano si registrano le maggiori sofferenze delle falde acquifere del pianeta, un rischio desertificazione che potrebbe spingere milioni di persone, in un futuro non troppo lontano, ad emigrare massicciamente lì dove l’acqua ancora resiste. Per chissà qiuanto tempo poi. Una profezia di sventure che va scongiurata con ogni mezzo prima che diventi triste realtà.