L’area di foresta tropicale vergine distrutta lo scorso anno equivale alle dimensioni dei Paesi Bassi, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal rapporto World Resources Institute pubblicato mercoledì scorso. Sono circa 4,2 i milioni di ettari di foresta scomparsi dal pianeta, andati a fuoco o abbattuti dagli esseri umani, secondo le ultime rilevazioni satellitari. Le perdite sono state particolarmente gravi nelle foreste primarie tropicali umide, come l’Amazzonia, il Congo e il sud-est asiatico: il Brasile è al primo posto come deforestazione tropicale.
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Secondo i dati dell’Università del Maryland e della piattaforma di monitoraggio online Global Forest Watch, la perdita è stata ben al di sopra della media degli ultimi 20 anni. Il 2020 è stato il terzo anno peggiore per la distruzione delle foreste dal 2002, quando è iniziato un monitoraggio comparabile. Le foreste più colpite sono quelle tropicali umide, ecosistemi vitali per la regolazione del clima globale. La perdita di 4,2 milioni di ettari equivale infatti alle emissioni annuali di anidride carbonica di oltre 575 milioni di automobili.
La situazione risulta molto preoccupante in Brasile, dove la deforestazione si è accentuata in modo significativo lo scorso anno, anche a causa delle politiche scellerate del presidente in carica Jair Bolsonaro. Al contrario, in Indonesia e Malesia la deforestazione ha subito una battuta di arresto, grazie a un importante inasprimento delle pene per lo sfruttamento illegale delle foreste. Ad aggravare la situazione è anche il riscaldamento globale, che provoca incendi, come nel caso dell’Australia, e la diffusione di parassiti, come in Germania, dove la riduzione delle foreste è dovuta anche all’assalto dei “coleotteri della corteccia”.
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Ma non è soltanto la regione amazzonica ad aver attirato l’attenzione degli studiosi. Desta grande preoccupazione anche la situazione del Pantanal brasiliano, un’immensa pianura alluvionale, nonché la più grande zona umida tropicale del mondo. Si stima che circa un terzo della regione sia stato colpita da incendi lo scorso anno, con effetti devastanti sulla biodiversità. La maggior parte degli incendi è stata appiccata volontariamente per gestire la terra per l’agricoltura, per non parlare della gravissima siccità che ha colpito la regione nel 2020: la peggiore da oltre 40 anni.
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