Disagi al Tribunale di Roma e, questa volta, non si tratta di avvocati e o cause, ma di un bene primario. L’acqua, infatti, sarebbe risultata contaminata dalla legionella, diventando quindi non più potabile.
Un’enorme difficoltà alla quale gli avvocati stessi chiedono che sia trovata immediatamente una soluzione.
Difficoltà al Tribunale di Roma dove un importante “disagio” è stato registrato. In tutti i bagni e in tutte le postazioni dove è presente un rubinetto o una fontana, campeggia un manifesto ben chiaro e preciso: “Acqua non potabile”. Cosa è successo?
Ad annunciare e a spiegare il motivo di questa decisione è stato, proprio il presidente degli uffici giudiziari, Reale. A seguito di alcune analisi effettuate su campioni di acqua che scorrono nelle tubature del tribunale stesso, è stata individuata la presenza della legionella. Da lì, la limitazione o, peggio ancora, la chiusura di tutti i servizi igienici presenti all’interno del tribunale stesso e, anche, l’avviso che l’acqua risulta essere non potabile.
Il pericoloso batterio è stato individuato in tempo fortunatamente e, da lì, la decisione di chiudere e limitare l’uso di certi servizi. Non può esser utilizzata l’acqua calda e né, tantomeno, i distributori possono dare bevande calde (tanto che, anche su questi ultimi, è stato posto regolare blocco).
Tali misure sono state immediatamente comunicate e condivise anche con tutti i vari Gip, Gup, con i presidenti delle Corti d’Assise, i delegati alla sicurezza dei vari settori, ai magistrati e ai presidenti delle sezioni penali, ai vari responsabili della sicurezza di lavoratori del tribunale stesso, nonché anche al presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ma pure alla Camera penale e al Nucleo dei Carabinieri presenti all’interno della stessa sede di piazzale Clodio.
Anche i responsabili dei varchi della polizia penitenziaria hanno avuto tale comunicazione, come di conseguenza anche tutti gli avvocati e tutti gli utenti che, non solo nella giornata di oggi ma anche nei prossimi giorni, si sono o si recheranno al Tribunale della Capitale.
Controlli che sono stati svolti, come periodicamente accade, hanno permesso l’individuazione all’interno dell’acqua di questo pericoloso batterio. Dovute precauzioni messe in atto immediatamente, hanno permesso il diffondersi di un possibile contagio.
Ma la situazione non è tanto semplice come sembra. Se da un lato ci sono ancora lavoratori e ordini che affermano di non aver avuto alcuna comunicazione in merito a questo contagio delle acque individuato (e che alcuni distributori sono ancora in attività, proprio nella distribuzione dell’acqua), dall’altro lato c’è il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Galletti, che chiede come mai non sia possibile “prendere provvedimenti seri” per poter debellare, una volta e per tutte questo problema.
Viene, infatti, fatto dallo stesso Galletti, un vero e proprio appello al nuovo Ministro della Giustizia che verrà nominato a breve. C’è una richiesta ben precisa da parte e per il Tribunale di Roma: interventi urgenti, tempestivi e strutturali, anche davanti a problemi come quello che si è riproposto in questo momento.
Al momento sono solo queste le misure adottate davanti a questo pericolo. Ma non si esclude che possano essercene delle altre.
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