E’ allarme morbillo in Italia: sono 358.000 i bambini che, negli ultimi 5 anni, non sono stati vaccinati contro questa malattia, la parotite e la rosolia. Lo ha rivelato la Società Italiana di Pediatria, che, in occasione degli Stati Generali della Pediatria, ha fatto presente come continuino ad esserci troppe differenze regionali nella messa a disposizione del vaccino. Secondo i pediatri, la situazione non è da sottovalutare, perché è come se un intero Comune, delle stesse dimensioni di Firenze, avesse smesso di ricorrere alle vaccinazioni contro queste patologie.
La tendenza negativa
Gli esperti hanno messo in evidenza come la tendenza negativa a ricorrere ai vaccini si sia accentuata negli ultimi 2 anni. Anche le vaccinazioni obbligatorie secondo le disposizioni di legge sono state soggette ad una flessione.
Scendono anche le vaccinazioni che prevedono un ciclo completo di esavalente, che comprende la poliomielite, la difterite, l’epatite B, il tetano, la pertosse e l’Hemophilus influenzae. Considerando questi dati, gli esperti ritengono che il nostro Paese si collochi al limite della soglia di sicurezza.
I pediatri italiani hanno fatto notare che attualmente ogni regione fa riferimento ad un proprio calendario vaccinale. Questo comporta delle disparità enormi, che dovrebbero essere evitate. Una soluzione almeno parziale a questo problema potrebbe essere rappresentata dall’adozione del piano nazionale di prevenzione vaccinale che è già stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.
L’indagine sui vaccini
Quello dei vaccini costituisce un argomento molto sentito negli ultimi tempi, specialmente per le numerose polemiche che sono seguite sulla sicurezza. Una recente indagine dal titolo “Abitudini e stili di vita degli adolescenti“, condotta dalla Società Italiana di Pediatria, ha messo in evidenza che la maggior parte dei ragazzi italiani possiede un’opinione positiva sulle vaccinazioni, anche se non conosce bene la propria storia vaccinale.
7 adolescenti su 10 sono convinti che vaccinarsi sia importante e che tutti dovrebbero farlo. Il 71,5% dei giovani intervistati ha le idee chiare anche sull’utilità dei vaccini, perché ha risposto che sono essenziali per non incorrere nelle malattie. Soltanto il 2% li ritiene inutili. Molto esigua è la percentuale di chi ritiene che il vaccino sia pericoloso.
Il 40%, però, non sa se si sia mai sottoposto all’antitetanica e oltre la metà delle tredicenni non ricorda se abbia sostenuto il vaccino contro il papilloma virus. Il 7,5% del campione non ha mai parlato di questo argomento con un adulto.
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