Quali sono gli allenatori che in Italia hanno subito le squalifiche più pesanti con il maggior numero di giornate da scontare lontano dalla panchina della propria squadra? Non sono pochi, anzi, la lista è bella corposa.
Gli allenatori si agitano, escono dall’area loro riservata, protestano, bestemmiano, se la prendono ora con i loro giocatori, ora con il quarto uomo o con l’arbitro. Sono davvero 90 minuti di stress continuo, anche se ben remunerato. Talvolta vengono graziati dal direttore di gara, altre invece arriva la sanzione, l’allontanamento dal campo o l’espulsione. E, successivamente, gli strali del giudice sportivo. Con conseguente squalifica. Vediamo chi sono gli allenatori squalificati in Italia e quali sono state le principali sanzioni subite:
Gian Piero Gasperini
L’allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, è stato squalificato per due giornate per gli insulti al quarto uomo e all’arbitro dopo l’espulsione subita nella partita contro la Lazio. Gasp si prende pure 5 mila euro di multa “per avere, al 33′ del secondo tempo, protestato platealmente e reiteratamente nei confronti di una decisione arbitrale, proferendo espressioni gravemente ingiuriose nei confronti del Quarto ufficiale, nonché per avere, mentre abbandonava il recinto di gioco, proferito ulteriori espressioni gravemente offensive nei confronti del Direttore di gara”.
Silvio Baldini
Inizia male il campionato 2007/2008 per Silvio Baldini, focoso allenatore all’epoca sulla panchina del Catania. E’ il 26 agosto 2007 quando, al 40′ del secondo tempo, il tecnico esce dalla sua area tecnica, inizia a litigare con il collega Mimmo Di Carlo e gli rifila un calcio nel sedere, sotto gli occhi del quarto uomo. Bravo Di Carlo a non reagire. Il giudice sportivo usa la mano pesante con Baldini: squalifica fino al 30 settembre, che significano cinque partite di campionato e una di Coppa Italia in tribuna. E una multa di 15 mila euro. Nella motivazione della sentenza si legge: “Plateale diseducatività e intento spregiativo del gesto”.
Carlo Mazzone
Impagabile Carletto Mazzone. E’ il 30 settembre del 2001 e si gioca il caldo derby lombardo tra Brescia e Atalanta. Al ‘Rigamonti’ sono tanti gli ultras bergamaschi, ma sulla panchina delle rondinelle ce n’è un altro ed è l’allenatore. La partita finisce 3-3 con l’autorete di Rinaldi al 93′. Il buon Carletto, mantenendo una promessa rivolta ai tifosi nerazzurri che lo avevano beccato per tutto il match, al fischio finale corre come un indemoniato verso il settore riservato agli ospiti. Gli altri uomini della panchina lo devono trattenere, ma non è sufficiente per evitare che il giudice sportivo Laudi lo sanzioni con cinque turni di squalifica: “Le cinque giornate si giustificato con il fatto che un allenatore deve essere un esempio sul piano della disciplina sia per i calciatori, sia per il pubblico, e perché, arrivando a insultare anche la panchina avversaria, si è comportato esattamente come coloro che lo avevano insultato”.
Mazzone non fece ricorso, ma invitò i suoi giocatori a non imitarlo. Alle telecamere, subito dopo la partita, disse: “Me devono da’ due giornate, me le sono meritate”. Si sbagliava.
Gigi Simoni
E’ rimasto celebre l’episodio relativo a Juventus-Inter del 26 aprile 1998. Va in scena la gara scudetto al Delle Alpi. Sullo 0-0, Ceccarini non concede il calcio di rigore per un contatto tra Ronaldo e Iuliano in area bianconera; sul rovesciamento di fronte, fischia il penalty per un netto fallo di West su Filippo Inzaghi. Gigi Simoni è infuriato, abbandona l’area tecnica e va verso l’arbitro ripetendo più volte: “Si vergogni”. Il giudice sportivo squalifica il tecnico interista con tre giornate: “Per insulti oltraggiosi nei confronti degli ufficiali di gara dopo l’allontanamento e a partita terminata, nel tunnel di accesso agli spogliatoi”.
Josè Mourinho
Josè Mourinho, sulla panchina dell’Inter, mima il gesto delle manette in Inter-Sampdoria. I nerazzurri sono infatti rimasti in nove quando mancano 35′ alla fine, per due espulsioni, ma la squadra riesce a portare a casa lo 0-0. Lo ‘Special One’ non si trattiene e contesta platealmente Tagliavento, sia al 35′ del primo tempo, sia al 10′ della ripresa: incrocia i polsi, con le braccia rivolte verso il pubblico e verso le telecamere. Mourinho non viene espulso, ma il gesto viene segnalato nella relazione della Procura federale della Figc e il giudice sportivo Tosel squalifica l’allenatore dell’Inter per tre giornate, più 40 mila euro di ammenda.
Maurizio Sarri
Maurizio Sarri dà del “froc..” e del “finoc***” a Roberto Mancini durante la partita di Coppa Italia tra Inter e Napoli. E si prende due giornate di squalifica per le partite di Coppa Italia. Il giudice sportivo non ravvisa gli estremi per l’applicazione dell’articolo 11 delle Noif (Norme organizzative interne della Figc), nel quale si fa riferimento a insulti discriminatori per ragioni sessuali. Il tecnico del Napoli può insomma tirare un sospiro di sollievo.
Serse Cosmi
La stagione passata, a marzo, è toccato pure a Serse Cosmi, sulla panchina del Trapani, prendersi due giornate di squalifica più 3 mila euro di multa. Ecco la motivazione: “Per avere, al 47′ del secondo tempo, uscendo dall’area tecnica, contestato platealmente una decisione arbitrale, rivolgendo al direttore di gara un ironico applauso; per avere quindi, all’atto del consequenziale allontanamento, rivolto all’arbitro un’espressione insultante; per avere, infine, al termine della gara, negli spogliatoi, assunto un atteggiamento intimidatorio sempre nei confronti del direttore di gara”.
Fabrizio Castori
Squalifica esemplare per Fabrizio Castori, ora tecnico del Carpi, all’epoca di Cesena. Nella stagione 2003, in serie C1, conquista la promozione con i romagnoli dopo la finale playoff con il Lumezzane. Ma partecipa pure alla rissa scatenatasi in campo durante un’interruzione del gioco. Addirittura tre anni di stop, poi commutati in due. Il 19 giugno 2009, Castori viene rinviato a giudizio dal gip Ciro Iacomino, a seguito dell’accusa per “lesioni volontarie e rissa”. Verrà assolto.
Ezio Capuano
Poco conosciuto nel grande calcio, Ezio Capuano è uno degli allenatori più focosi del panorama italiano. Spesso è stato pizzicato dal giudice sportivo, prendendosi varie giornate di squalifica da allenatore dell’Arezzo e non solo. Del resto, pure con i suoi calciatori, non è mai stato tenero: “In campo non ci devono andare delle chec***, ma uomini veri”. Figurarsi con i direttori di gara. E’ salito agli onori della cronaca per essere stato il primo allenatore sanzionato per aver bestemmiato.
Delio Rossi
Abbiamo lasciato per ultimo Delio Rossi. Da allenatore della Fiorentina, il 2 maggio del 2012, infatti, se la prese con un suo giocatore, Adem Ljajic, arrivando alle mani dopo aver sostituito il calciatore nella partita contro il Novara. Fu squalificato per tre mesi, ma intanto la Società viola lo esonerò dopo questo brutto fatto. Ljajic, dopo la sostituzione, aveva rivolto un applauso ironico al mister e forse detto qualche parola di troppo. Da lì, il raptus agonistico di Delio Rossi, che colpì più volte il calciatore, prima di venire fermato.
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