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Allerta polmonite nella Bassa bresciana orientale e in altre zone della Lombardia a causa di una epidemia che ha portato in ospedale 138 persone che si sono rivolte al pronto soccorso tra Montichiari, Manerbio, Desenzano Del Garda, Gavardo (Brescia), Asola e Castiglione delle Stiviere (MN) e Mantova. Di queste, 124 sono stati ricoverate, mentre dal punto di vista dell’accertamento diagnostico, sono due le persone positive alla legionella. Sotto accusa è finito un batterio su cui stanno lavorando i medici delle Ats che potrebbe essere finito nei rubinetti.
In seguito a numerosi casi di polmonite riscontrati in alcuni comuni della bassa bresciana orientale, nel periodo 2/7 settembre, l’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Brescia ha attivato indagini epidemiologiche e ambientali che hanno lo scopo di campionare la rete di distribuzione dell’acqua potabile. I medici di medicina generale, i pediatri di famiglia e i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) stanno prestando particolare attenzione a casi di pazienti che presentino sintomatologie respiratorie.
In corso anche accertamenti su due morti sospette, un 85enne di Carpenedolo e una 69enne di Calvisano, nel Bresciano, per capire se la causa sia stata proprio la polmonite.
“Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità. Fra qualche giorno avremo i risultati dei campionamenti che sono già stati effettuati”, ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. E a proposito della legionella, “oltre ai due casi confermati – ha spiegato l’assessore – la stragrande maggioranza dei casi sottoposti ad una prima e tempestiva indagine diagnostica ha avuto esito negativo. Questa indagine non esclude comunque la presenza del batterio, pertanto verranno effettuati ulteriori approfondimenti. La ricerca eziologica, inoltre, si indirizza anche verso altri possibili cause”
Secondo gli ultimi dati forniti da Palazzo Lombardia, fra i Comuni più colpiti, Carpenedolo con 34 casi, poi Montichiari (26), Calvisano (20), Remedello (11) e Acquafredda (nove). E poi sono 16 i casi fuori dalla provincia di Brescia: sette ad Asola, tre a Castiglione D/S, uno a Canneto, Casalmoro, Guidizzolo e Porto Mantovano, in provincia di Mantova; un altro caso a Brenzone sul Garda; uno a Casalmaggiore e a Ostiano, nel Cremonese.
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“Abbiamo coinvolto i gestori dei diversi acquedotti e stiamo chiaramente facendo verifiche”, ha aggiunto Gallera. E ancora: “In ogni caso – ha sottolineato – anche per una restituzione alla popolazione sono in corso le analisi conoscitive su acqua potabile prelevata nei Comuni con più casi, vale a dire Carpenedolo, Calvisano, Remedello, Montichiari, Acquafredda, e sono state date le informazioni di rito nei confronti del rischio legionella.
Fino ad ora sono stati eseguiti 52 campionamenti in tutto: 24 sulla rete idrica ovvero in fontanelle pubbliche, serbatoi di acqua e casette dell’acqua e 28 in case private” mentre l’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Brescia ha attivato indagini epidemiologiche e ambientali. Il monitoraggio della situazione è ‘a tutto campo’ e coinvolge anche i Comuni. Tra gli altri, il sindaco di Calvisano, Giampaolo Turini, in vista dell’apertura delle scuole di lunedì, ha fatto sapere: “Stiamo attuando tutte quelle precauzioni che Ats ha consigliato per fare in modo che gli impianti dei plessi scolastici siano igienizzati”.
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