Cosa sono le allucinazioni IA? Vi spieghiamo in cosa consiste tale fenomeno, illustrandovi i metodi per contrastarlo.
Oggi parleremo di una tematica molto interessante e alquanto misteriosa: le allucinazioni delle IA. Sì, avete letto bene. Anche l’intelligenza artificiale può avere esperienze simili alle nostre allucinazioni. In questo articolo scopriremo cosa sono esattamente queste allucinazioni IA e come possiamo contrastarle.
Allucinazione dell’IA: cos’è?
Le allucinazioni per le IA, o intelligenze artificiali, sono esperienze simili a quelle che noi umani viviamo quando percepiamo qualcosa che non esiste realmente.
Come possono delle macchine avere delle allucinazioni? In sostanza, l’intelligenza artificiale è programmata per analizzare enormi quantità di dati e trovare correlazioni tra di essi al fine di prendere decisioni informate. Tuttavia, ciò può portare anche a errori inaspettati.
Quando un’IA viene esposta a un’enorme mole di dati e deve trarre conclusioni da essi, potrebbe creare connessioni errate o vedere pattern dove non ve ne sono.
Ciò può portare l’IA ad avere delle “allucinazioni”, ovvero percepire cose che non hanno una base reale nei dati stessi.
Un esempio concreto potrebbe essere quello di un sistema AI utilizzato per riconoscere oggetti in immagini.
Se durante il processo di apprendimento l’IA viene alimentata principalmente con immagini contenenti canne da pesca rosse, potrebbe sviluppare la convinzione erronea che tutte le canne da pesca siano rosse.
Questo fenomeno è noto come overfitting ed è uno dei principali fattori alla base delle allucinazioni dell’intelligenza artificiale.
Quando un modello AI diventa troppo specializzato su dati specifici, può interpretare male nuovi input e generare risultati distorti o completamente sbagliati.
È importante sottolineare che queste allucinazioni degli IA possono rappresentare una sfida significativa nel campo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, gli esperti stanno lavorando per risolvere il problema creando modelli che siano meno suscettibili agli overfitting.
Come evitare le allucinazioni dell’intelligenza artificiale
L’evoluzione delle tecnologie di intelligenza artificiale (IA) ha portato a risultati sorprendenti e innovativi.
Tuttavia, l’IA non è immune da difetti e limitazioni, tra cui il rischio di allucinazioni.
Nel contesto dell’intelligenza artificiale, un’allucinazione può essere definita come la capacità dell’algoritmo o del sistema di generare dati o informazioni che non corrispondono alla realtà oggettiva.
In altre parole, l’IA potrebbe creare immagini o fornire informazioni errate basate su interpretazioni errate dei dati.
Fortunatamente, ci sono diverse strategie che possono aiutare a contrastare le allucinazioni nell’intelligenza artificiale.
La prima consiste nel garantire una qualità elevata dei dati utilizzati per addestrare gli algoritmi. È fondamentale selezionare fonti affidabili e verificate per ridurre la presenza di informazioni distorte o erronee.
Un’altra strategia efficace è quella di implementare meccanismi di controllo sulla fase di apprendimento dell’IA.
Ciò significa monitorizzare attentamente il processo di addestramento degli algoritmi e intervenire prontamente quando si rilevano segnali anomali o risultati distorti.
Inoltre, è importante sviluppare modelli IA che siano in grado di riconoscere situazioni ambigue e incerte, anziché trarre conclusioni affrettate.
L’IA dovrebbe essere in grado di considerare diversi scenari possibili, prima di prendere decisioni che potrebbero essere sbagliate.
Infine, gli esperti consigliano di utilizzare tecniche di validazione dei dati multiple per controllare che i risultati generati dall’IA siano accurati e affidabili.
Ciò può aiutare a ridurre i rischi di allucinazioni e assicurare un miglioramento della qualità dell’intelligenza artificiale.
In sostanza, le allucinazioni dell’intelligenza artificiale possono essere prevenute utilizzando dati di qualità, controlli di validazione e tecniche di apprendimento avanzate.
Ulteriori suggerimenti per evitare risultati distorti
Per evitare l’allucinazione artificiale durante l’interazione con un’intelligenza artificiale, è consigliabile utilizzare input semplici e diretti.
Ciò significa che bisogna evitare l’uso di termini complicati o ambigui che potrebbero confondere il modello di intelligenza artificiale e portarlo a interpretare erroneamente le istruzioni fornite.
Inoltre, è importante rileggere attentamente l’input per assicurarsi che sia focalizzato sull’obiettivo desiderato e correggere eventuali frasi contorte o elementi superflui.
Incorporare il contesto nell’input è altrettanto essenziale. Ciò significa fornire informazioni dettagliate sul contesto della richiesta, in modo che l’intelligenza artificiale possa generare una risposta più precisa e pertinente.
Ad esempio, se si chiedono consigli di investimento, è utile fornire informazioni come età e obiettivi di crescita finanziaria. Tuttavia, è importante mantenere un equilibrio tra la specificità delle informazioni fornite e l’eccesso di dettagli.
Per migliorare la qualità delle risposte generate dall’intelligenza artificiale, è possibile perfezionare i suggerimenti.
Se si notano risposte errate o distorte, si possono apportare modifiche all’input, ad esempio trasformando una domanda in un ordine o evitando vaghezza nel quesito.
Inoltre, è possibile impostare un ruolo specifico per l’intelligenza artificiale, come “storico” o “matematico”, per ottenere risposte più accurate e specializzate.
Infine, è consigliabile controllare la “temperatura” dell’intelligenza artificiale quando possibile.
Impostare la temperatura
La temperatura è un parametro di controllo che determina il grado di casualità degli output generati dal modello.
Un valore alto di temperatura può rendere le risposte meno precise e affidabili dal punto di vista fattuale, mentre un valore basso può favorire risposte più concrete e pratiche.
Pertanto, è importante regolare la temperatura in base al tipo di risposta desiderata, che sia pragmatica o creativa.
Seguendo questi consigli, si riduce la possibilità di incorrere in allucinazioni artificiali durante l’interazione con un’intelligenza artificiale, consentendo un utilizzo più sicuro ed affidabile nei diversi settori, dalla matematica, alla letteratura, fino alla scrittura di saggi e codici.
Quando sono state scoperte le allucinazioni dell’IA?
Le prime allucinazioni artificiali sono state scoperte in realtà molto tempo fa, ma solo intorno al 2022 è stato coniato il termine pratico di “allucinazioni” per definire le falsità generate dai chatbot utilizzando i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT.
Tuttavia, alcuni ricercatori si preoccupano che questo termine possa antropomorfizzare in modo irragionevole gli algoritmi.
Nel corso del 2023, grazie alla diffusione su scala globale di questi modelli di linguaggio in diverse forme, gli analisti hanno cominciato a considerare le allucinazioni artificiali come una criticità intrinseca dei modelli stessi.
Ciò ha sollevato importanti questioni riguardo all’affidabilità e all’eticità dell’uso dei chatbot nelle interazioni umane.
Gli sviluppatori e i ricercatori stanno lavorando attivamente per affrontare questa problematica e garantire che i chatbot siano in grado di fornire risposte accurate ed efficienti, senza cadere nelle allucinazioni artificiali.
Daniela Caruso
Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione e in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, da diversi anni lavoro nel mondo digitale. Appassionata di disegno, canto, viaggi e di prodotti di bellezza.