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Alluvione in Maremma 2014, già due vittime in Toscana

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Mentre Genova, l’alessandrino in Piemonte e Parma ritornano piano piano alla normalità, il maltempo si abbatte sul Nord-Est, in particolare su Trieste, e sul Maremmana, dove nella notte di martedì 14 ottobre la forte pioggia, arrivata all’improvviso, ha causato l’esondazione dei fiumi e torrenti, causando la morte di due donne. Marisa e Graziella Carletti, due sorelle di 65 e 69 anni, hanno perso la vita sorprese nella loro auto dalla piena del fosso Sgrilla, sopra il torrente Elsa che affluisce nell’Elsa, a Sgrillozzo, località nella zona fra Albinia e Manciano, in provincia di Grosseto, la stessa già colpita dall’alluvione del 2012. I corpi delle due donne sono stati ritrovati dai sommozzatori, ancora impegnati nelle ricerche e nei soccorsi. Anche in provincia di Rovigo si segnala la scomparsa di una donna e della figlia di 5 anni, forse sorprese nella notte dalla bomba d’acqua che si è abbattuta sulla zona; un disperso anche a Trieste.

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In Maremma torna l’incubo alluvione dopo il 2012: le due donne sono morte a pochi chilometri di distanza dal ponte di Sant’Andrea che il 12 novembre di due anni crollò sotto le acque del fiume Albegna, causando la morte di tre operai dell’Enel che tornavano a casa in auto. Dopo la notte di pioggia violenta, l’allerta sembra rientrata, ma si continua a lavorare nei paesi colpiti.

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Tutta la zona del grossetano è stata colpita dalla bomba d’acqua che si è abbattuta nella serata di martedì 14 ottobre, ingrossando i torrenti e i fiumi. Il Comune di Orbetello ha avvisato i cittadini tramite sms di spostarsi ai piani alti delle abitazioni, effettuando l’evacuazione a scopo precauzionale casa per casa soprattutto nelle zone a rischio di Polverosa, Aunti, Alberone e Priorato. Nove le persone, colpite da ipotermia, salvate dai vigili del fuoco, traffico bloccato sull’Aurelia.

Il violento nubifragio che si è abbattuto sulla provincia di Grosseto, ha portato all’esondazione del bacino dell’Albegna e del Fiora, arrivando fino al fiume Elsa. La zona più colpita è quella tra Manciano, Saturnia e Marsiliana, nei comuni di Manciano, Magliano in Toscana e Orbetello, dove i pluviometri di hanno registrato cumulati fino a 120-130 mm in due ore con intensità massime orarie fino a 50-60 mm. Anche le terme di Saturnia sono state investite dall’acqua e dal fango, tracimato dal fiume Fiora.

Anche qui non sono mancate polemiche per la gestione della messa in sicurezza dei fiumi e torrenti. Sotto accusa è il Consorzio di bonifica della Toscana Sud che ha avuto, secondo il governatore della Regione, Enrico Rossi, “ritardi ingiustificabili per un ente a cui spetta di intervenire per la sicurezza idraulica” dell’Albegna. Nella zona, spiega Rossi, sono stati fatti molti interventi finanziati dalla Regione con i 100 milioni messi nel piano a dicembre 2012, un mese dopo l’ultima alluvione. “A luglio di quest’anno ho diffidato il Consorzio di Bonifica della Toscana Sud perché in ritardo di un anno sulla progettazione esecutiva di un argine remoto sul fiume Albegna, per una spesa di oltre quasi 5 milioni nel comune di Manciano dove al momento ci sono allagamenti che potevano essere evitati. Ho già commissariato quel Consorzio per i ritardi per la cassa di espansione sul fiume Bruna per tre milioni e mezzo di euro nel comune di Gavorrano“, ricorda il governatore della Toscana.

Accuse rispedite al mittente dall’assessore al Bilancio del Comune di Manciano, Giulio Detti, che dal suo profilo Facebook si rivolge a Rossi. “Ci sono vite spezzate ed aziende in ginocchio. La nostra principale attrattiva ed azienda turistica è stata devastata e non sarebbe certo stata salvata dall’argine remoto dell’Albegna (la cui realizzazione è prevista un bel po’ più a valle) di cui si accusa, in modo ingeneroso, il Consorzio di Bonifica“, scrive l’assessore. “Potrei citare la Legge Regionale sui Consorzi di Bonifica, oppure riprendere il Bollettino Meteo Regionale che alle ore 13.03 non dava neanche pioggia sul Comune di Manciano, ma che senso avrebbe?“. Quello che è certo è che, ancora una volta, la furia delle acque, l’inerzia delle istituzioni e il dissesto idrogeologico hanno portato morte e distruzione nella maremma toscana.

Lorena Cacace

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