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A pochi giorni dalla disastrosa alluvione che ha colpito la Bosnia, la Serbia, e parte della Croazia, è partita anche la mobilitazione sociale in solidarietà con le popolazioni colpite. I numeri di questa sciagura sono spaventosi. Le persone vittime dalle inondazioni sono 4 milioni, un milione ancora risulta essere senza acqua potabile. Intere cittadine sono state spazzate via. I danni all’agricoltura sono ingenti, quelli alle infrastrutture incalcolabili. Oltre 11 mila aziende e 26 mila negozi sono letteralmente in ginocchio. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per aiutare le popolazioni di Bosnia, Serbia e Croazia. Ecco come.
Intere città e villaggi della Serbia e della Bosnia Erzegovina sono ancora sott’acqua per le esondazioni di numerosi fiumi. Quello registrato in quest giorni è stato il più grave disastro ambientale degli ultimi 120 anni.
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Serbia
In Serbia lo stato di emergenza è stato dichiarato a Obrenovac, Sremska Mitrovica, Čačak, Lučani, Valjevo, Loznica, Šabac, Smederevska Palanka, Koceljeva, Ljubovija, Svilajnac e Gornji Milanovac, tutte città che sono ancora parzialmente o totalmente allagate.
Volontari e uomini che prestano soccorso agli sfollati si sono mobilitati anche dai Paesi limitrofi.
Sono migliaia le persone che necessitano di acqua, cibo e beni di prima necessità, come coperte, vestiti, farmaci.
Anche il mondo dello sport si è mobilitato per aiutare le popolazioni dei Balcani: Dejan Stankovic, centrocampista dell’Inter e della nazionale serba, uno dei simboli dello sport serbo, ha creato una Fondazione per raccogliere fondi da destinare agli sfollati.
E Novak Djokovic, il campione serbo numero due del tennis mondiale ha lanciato un appello su Twitter: “Servono aiuti per tutti! Aiutiamo tutte le persone in pericolo! Aderite alle iniziative di solidarietà“.
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Bosnia
Le regioni di al centro e al nord-est della Bosnia–Erzegovina sono state quelle più colpite. Molti villaggi sono stati completamente evacuati. La popolazione ha bisogno dell’essenziale, cibo e acqua. Molte strade di collegamento sono completamente inondate o distrutte dalla furia delle acque.
Le città in cui la situazione è più drammatica sono Doboj e Maglaj, nella Bosnia centrale, completamente inondate e isolate, e ancora Zepče e Zavidovići. Lo stato d’emergenza riguarda inoltre le città di Bijeljina, Brčko, Derventa, Gradačac, Tuzla, Živnice e Zvornik, dove oltre agli allagamenti si registrano ingenti danni alle infrastrutture, ma anche alle fabbriche e alle centrali elettriche.
Sia il Governo che la Croce Rossa di Serbia e Bosnia hanno aperto un conto corrente bancario per aiutare le vittime.
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Croazia
Seppure in misura minore, anche in Croazia l’alluvione ha fatto danni ingenti. Si è registrato anche un morto ed è stato dichiarato lo stato di emergenza anche a Požega.
Nei giorni scorsi sono state evacuate circa 15 mila persone da una decina di villaggi sul fiume Sava, nell’estremo Est del Paese. La rete dei soccorsi si è messa immediatamente all’opera grazie ai tanti volontari.
La Croazia ha pure messo a disposizione elicotteri ed imbarcazioni di salvataggio ed ha inoltre aperto il confine ai cittadini bosniaci anche se sprovvisti di passaporto.
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