Anche se le ricerche dei due dispersi continuano senza sosta, nelle Marche si comincia a fare la conta dei danni e a capire se sia dipeso tutto da cause naturali, o se l’alluvione, in parte, poteva esser evitato o comunque si poteva avvertire la popolazione.
Mancato allarme per le copiose piogge? Iniziano le indagini.
Nelle Marche l’alluvione dei giorni scorsi ha lasciato dietro di sé morte e distruzione, ma anche 11 persone che purtroppo hanno perso la vita. Ci sono anche due dispersi, una donna ed il piccolo Mattia di soli 8 anni.
Le ricerche continuano senza sosta ma, adesso, è necessario anche fare la conta dei danni ed iniziare a capire se una tragedia del genere poteva essere evitata, semplicemente dando l’allarme in tempo o, anche, avvertire la popolazione con un’allerta meteo.
Queste, e tante altre, sono le domande che la Procura di Ancona sta ponendo sul tavolo della sua indagine per dare, anche ed eventualmente, un nome o dei nomi degli eventuali responsabili di questa immane tragedia. Perché non si tratta solo di evento climatico estremo.
Ipotesi ancora tutte da formulare e delle ore concitate (quelle dell’alluvione) ancora tutte da ricostruire ma, come avverte la procuratrice capo di Ancona, Garulli, quello che è certo è che non era stata diramata nessuna allerta meteo, neanche da parte della Regione Marche.
Si cercano prove per ricostruire i fatti, si cerca di acquisire documenti e testimonianze di quegli attimi concitati, ma anche tutto ciò che può portare a capire cosa sia successo esattamente quella sera del 15 settembre, spiega la procuratrice. Ora la situazione è concentrata su tutti quei comuni posti lungo il fiume Misa (che, esondando, ha devastato tutto), per cercare di dare una risposta ma anche eventuali colpevoli di quello che si poteva fare e non è stato più fatto.
L’ondata di piena del fiume ha colpito i comuni di Cantiano, Frontone, i paesini più piccoli nelle loro vicinanze, per poi prolungarsi ed arrivare sino alla città di Senigallia. Con sé ha portato la distruzione, la morte per 11 persone, tantissimi sfollati, paesi che ancora adesso sono senza corrente né gas e, soprattutto, due persone che risultano ancora disperse: una donna ed il piccolo Mattia.
Il fiume poteva esser messo in sicurezza? L’allarme già alle prime ore di pioggia, perché non è stato dato alla popolazione? Sono queste le principali domande alle quali gli inquirenti dovranno dare risposta.
Nel frattempo, però come dicevamo, le ricerche dei due dispersi continuano senza sosta. Vicino al fiume è stato trovato lo zaino del piccolo Mattia. Per la sua famiglia è una speranza alla quale aggrapparsi perché il piccolo sia ancora vivo.
Le ricerche continuano su di un raggio di 6 km. Tantissimi sono anche i volontari arrivati da tutta la Regione e non solo, per cercare di dare una mano a ripartire e a spalare tutto il fango che il fiume ha portato con se.
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