Un alunno è stato sorpreso con l’intento di utilizzare il cellulare durante la seconda prova dell’esame di maturità. Dovrà ripetere sia l’anno che gli esami il prossimo anno.
L’episodio in provincia dell’Aquila, dove un giovane durante la prova di diritto dell’esame di maturità 2023 è stato sorpreso con l’intento pare di utilizzare lo smartphone durante la seconda prova, lo scorso 22 giugno.. Lo rende noto la dirigente scolastica, che ha parlato di una “commissione intransigente“. Non poteva fare altro, ha detto Caterina Fantauzzi, la quale ha sospeso poi per decisione dei membri esterni e interni il ragazzo, che adesso dovrà ripetere non solo gli esami ma anche tutto il quinto anno.
Scagli la prima pietra chi non ha mai almeno una volta nella vita assistito o partecipato a un lancio di foglietti in classe durante un esame. L’avvento degli smartphone ha da quasi un decennio compromesso i famosi compiti in classe. I cari vecchi “appunti” che una volta erano considerati quasi innocui, sono stati sostituiti dal selvaggio “cheating” che ha raggiunto livelli anche esagerati nell’era di internet.
A partire dai primi anni 10 del 2000 infatti, la controversa “arte del copiare” – e chi ha appeso la penna al chiodo a cavallo tra il 2010 e il 2020 ne è pienamente testimone – è stato senza ombra di dubbio semplificata. Prima con alcuni siti addirittura specializzati nelle strategia di copiatura, poi ovviamente con la possibilità di navigare direttamente con il proprio smartphone.
Che siano test di lingua, esami della patente, universitari. Il cellulare con la connessione internet – sottolineatura quasi banale ma doverosa per chi al liceo aveva accesso a malapena al telefonino a conchiglia – è stato praticamente bandito da tutte le aule. A maggior ragione durante esami ufficiali, come i concorsi, o gli esami di maturità, appunto.
La tecnologia dunque, che ha reso così facile il copiare in classe, è stata praticamente bandita. Sono sempre di più gli istituti che oggi giorni vietano qualsiasi smartphone in classe, non solo durante le prove o i compiti in classe, ma anche durante le lezioni. Nel dicembre del 2022 poi il ministro dell’Istruzione Valditara aveva colto la palla al balzo per infierire firmando una circolare che ne vietava categoricamente l’uso.
I provvedimenti nei confronti di chi viola queste regole, sono del resto sempre stati molto severi. Non il primo caso, ma emblema di questa stagione, quello di Sulmona in provincia dell’Aquila. Nella giornata di giovedì 22 giugno, durante la seconda prova, un giovane del Liceo delle Scienze Sociali “Giambattista Vico” è stato pizzicato con l’intento di utilizzare il suo smartphone nel bel mezzo dell’esame.
Le conseguenze sono state dure e immediate: ritiro del compito e annullamento dell’esame. Ma non solo, il giovane è stato bocciato, e dovrà così ripetere non solo l’esame ma anche tutto il quinto anno durante l’anno 2023/2024.
L’esame di maturità è una prova ufficiale, in quanto tale la commissione ha tenuto il giusto atteggiamento. Lo ha detto Caterina Fantauzzi, dirigente scolastica del liceo Giambattista Vico dove è avvenuta la vicenda. La preside, intervenuta alla cronaca locale, ha detto che la commissione – che quest’anno ritorna per metà esterna e per metà composta da professori della stessa scuola dove si tengono gli esami – è stata intransigente ma a suo avviso giusta.
Lo studente aveva frequentato l’indirizzo economico sociale e giovedì stava affrontando la prova di diritto. Il tema, ampio e sconfinato, era quello della globalizzazione quando è stato fermato dai professori.
La commissione è stata molto dura, decidendo per l’annullamento della prova. Non solo, tutti i professori hanno optato anche per la bocciatura del ragazzo. “Su questo punto non si transige. Dispiace per il ragazzo ma la commissione non poteva fare altro” ha detto ancora Fantauzzi. Altra recente dinamica diffusa nelle scuole italiane è stata quella del ricorso. Non è ancora chiaro se il giovane intenterà ricorso per la decisione della commissione.
Inizialmente, come appreso dall’Ansa, nel pomeriggio era stata data la notizia di una investigazione interna per riuscire a comprendere se in effetti il ragazzo avesse potuto prendere vantaggio dall’ipotetica consultazione del cellulare. Non sono emersi però dettagli al riguardo. E’ stato anche aperto un fascicolo per una indagine interna, con gli ispettori del Ministero dell’Istruzione che avevano fatto luce sul caso.
E’ totalmente da escludere che il Ministero, per la voglia sfrenata mostrata dal ministro Valditara in quanto punzoni esemplari, venga in soccorso del ragazzo – sul quale qualora avesse disobbedito alle regole si dovranno prendere effettivamente dei provvedimenti. Difficile l’ipotesi che il Ministero vada in contrasto con la decisione di bocciare il ragazzo, ma rimangono altri dettagli della vicenda che probabilmente verranno rivelati più avanti, con il termine delle investigazioni interne. La stampa locale ha infatti fornito informazioni relative alla decisione della commissione. Non è chiaro se lo studente stesse effettivamente utilizzando il cellulare durante l’esame, o se invece lo stesse tentando di utilizzare.
Una circolare però non lascerebbe scampo al ragazzo, probabilmente nemmeno ad eventuali ricorsi futuri sul ritiro del compito (magari alla bocciatura). Prima dello svolgimento sarebbe stata diramata la tale indicazione: è vietato l’utilizzo di dispositivi elettronici quali cellulari, smartphone, smartwatch e tablet, nonché ovviamente pc. Qualsiasi strumento in grado di consultare file o inviare foto o utilizzare tecnologie come infrarossi. Non è chiara quale sia però la “pena” per tale utilizzo, se preveda solo il ritiro del compito o direttamente la bocciatura.
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