Dopo dieci anni, Amazon ha deciso di chiudere il suo programma di beneficenza “Smile”, per ridurre i costi. L’annuncio del colosso mondiale.
Secondo l’ultimo annuncio fatto da Amazon, la grande azienda di e-commerce ha deciso di chiudere il suo programma di beneficenza chiamato “Smile”.
La decisione arriva in un periodo di crisi per l’azienda, visto che il programma pare non abbia acquisito la crescita prevista dieci anni fa. Ecco cosa ha comunicato Amazon nel suo annuncio ufficiale.
Secondo le ultime notizie, Amazon ha previsto di chiudere a febbraio il programma “Smile”, che consente agli acquirenti dell’e-commerce di donare agli enti di beneficenza preferiti dopo ogni acquisto effettuato.
Il 20 febbraio 2023, infatti, Amazon metterà uno stop a questa modalità, come ha annunciato in un comunicato, in cui annuncia:
Il programma non è cresciuto abbastanza per creare l’impatto che originariamente abbiamo sperato
Quasi dieci anni dopo il suo lancio, questa è la decisione definitiva: la scelta è dovuta al fatto che in tanti anni erano diventate oltre 1 milione le associazioni di beneficenza al quale donare.
Per questo motivo, la maggior parte delle volte, le donazioni erano molto scarse e l’obiettivo previsto inizialmente ha cominciato a non avere più senso.
Con così tante organizzazioni coinvolte, la nostra capacità di avere un impatto è stata spesso troppo striminzita
Ogni volta che gli utenti effettuavano un acquisto, l’azienda Amazon dona lo 0,5 % di quello che l’acquirente ha pagato, senza alcun costo aggiuntivo.
Il programma ha raccolto dal 2013 500 milioni di dollari, ma alla fine la media per ogni ente era pari a soli 230 dollari.
Ora, gli enti iscritti al programma avranno dall’azienda l’equivalente di tre mesi di quanto guadagnato nel 2022, dopo di che “Smile” vedrà la sua fine.
Dopo questa decisione drastica, Amazon ha deciso di investire in altre arre, per poter portare cambiamenti significativi alla società, in questo periodo molto in crisi.
Sappiamo che la società ha attualmente annunciato tagli ai posti di lavoro, parlando dell’eliminazione di almeno 18.000 ruoli all’interno dell’azienda.
Con la pandemia, Amazon ha avuto un picco altissimo di guadagni, dovuti al fatto che gli utenti fossero costretti in casa e gli acquisti online erano l’unico modo per fare rifornimenti.
Con la pandemia ormai a livelli stabili, le persone sono tornate alle loro abitudini pre-lockdown e l’azienda di Jeff Bezos ha subito dei cali, attuando delle politiche di riduzione dei costi.
Oltre a tagliare posti di lavoro, Amazon ha anche bloccato le assunzioni, chiuso tutti i negozi fisici e chiuso alcune unità aziendali.
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