Nelle Americhe il Covid continua a mietere vittime. Nei due paesi principali, ovvero Stati Uniti e Brasile, la situazione continua a essere critica: la pandemia non accenna a rientrare né i morti a calare.
La campagna vaccinale non riesce a tenere il passo dei contagi, tranne a Cuba, dove le politiche interne indipendenti stanno mettendo a punto una somministrazione di massa a ritmo sostenuto.
Mentre viene accolto il nuovo presidente Biden nella speranza che le cose cambino per il paese, gli Stati Uniti devono fare i conti con l’alto numero di vittime. Ieri, infatti, sono arrivate a 405.500, superando le 405.399 della Seconda Guerra Mondiale, compresi sia militari che civili. Già ad aprile era stato superato quello della Guerra in Vietnam. Un numero altissimo concentrato in un tempo minore rispetto a quello del conflitto mondiale.
Questo conteggio fatto dalla Johns Hopkins University, in confronto ai dati del Dipartimento per i reduci, è stato anche ricordato dal neo-presidente ieri nel suo discorso inaugurale.
Sempre secondo l’università, ieri nel mondo sono stati registrati 700mila nuovi casi e 17.622 morti, rispettivamente 100mila contagi e 711 decessi in più rispetto alle 24 ore precedenti. Dati che danno un quando generale pur non del tutto preciso, poiché non tutti i paesi forniscono un conteggio quotidiano di positivi e morti, ma piuttosto vicino alla realtà. Da inizio pandemia, i casi a livello globale sono stati 96 milioni e 857mila, i decessi 2.074.618. Alla luce di questi numeri raccolti dall’ateneo, il paese più colpito in termini assoluti sono proprio gli Stati Uniti: le persone che hanno contratto la malattia sono più di 24 milioni e 434mila e i morti 406.001. Per numero di vittime seguono Brasile (212.831) e India (152.869), mentre per contagi il contrario, India (10,61 milioni) e Brasile (8,63).
Proprio quest’ultimo è la seconda nazione delle Americhe più in difficoltà per quanto riguarda il Coronavirus. Qui ieri sono stati registrati 1.340 morti e 64.385 nuovi contagi, il secondo dato più alto del 2021 dopo il conteggio del 7 gennaio. La difficile campagna vaccinale è rallentata dal mancato arrivo di un adeguato numero di vaccini da India e Cina, tanto che anche il ministro degli Esteri non ha ancora comunicato una data alla popolazione, sempre più nel panico.
Nello Stato di San Paolo, il più popolato, i morti sono arrivati a 50mila e il governatore Joao Doria è pronto a mettere in atto nuove restrizioni.
Intanto The Rio Times ha diffuso la notizia della scoperta di una nuova variante diffusasi nell’Amazzonia occidentale, più aggressiva. Contagerebbe velocemente anche i giovani e infetterebbe anche ci ha già avuto il virus.
Cuba procede in maniera indipendente verso l’obiettivo di vaccinare entro la fine dell’anno tutti i suoi 11 milioni di abitanti. Il paese non è stato particolarmente colpito dal Covid: i casi totali sono stati meno di 20mila e i morti 180.
Al momento sono quattro i vaccini alla fase dei test clinici e quello al momento più avanti nelle fasi di sperimentazione è Soberana 2, già in produzione. Si tratterebbe del primo realizzato in Centro-Sud America. Anche se l’embargo dagli USA non comprende i medicinali, Cuba non ha abbastanza forza economica per comprare dall’America, ma investe molto in salute, ovvero circa un quarto delle risorse nazionali.
Dall’istituto Finlay, che si sta occupando dei test, fanno sapere che l’obiettivo è produrre 100 milioni di dosi, avviare la campagna entro giugno e completarla entro dicembre. Il vaccino sarà gratuito ma non obbligatorio e sarà offerto anche ai turisti.
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