“Il dato di conoscenza fornito da Arpa Piemonte attraverso la mappatura dell’amianto antropico nella regione è fondamentale e va necessariamente incrociato con le banche dati degli altri enti coinvolti in questo ambito. Il vero obiettivo però è quello di intervenire concretamente. Il numero di bonifiche in corso è ancora troppo basso e bisogna accelerare i tempi, avviando al più presto l’iter di revisione del Piano regionale amianto. Solo così riusciremo ad arrivare a un Piemonte veramente ‘amianto free’“. Così l’assessore regionale all’Ambiente del Piemonte, Alberto Valmaggia, intervenendo alla conferenza ‘La mappatura dell’amianto antropico in Piemonte‘ nella sede di Arpa Piemonte a Torino.
“Bisogna creare – continua Valmaggia – un elenco di aziende certificate che si occupino delle bonifiche a costi accessibili e anche un elenco di siti di discarica adatti a dismettere i manufatti contenenti amianto. Questi interventi potrebbero essere un utile strumento per agevolare le procedure di bonifica chieste dagli stessi cittadini che vogliono mettere in sicurezza le proprie aziende o le proprie case“. “Un altro punto importante – conclude l’assessore – è quello di far capire ai cittadini che la questione amianto è un problema che riguarda tutti e tutto il Piemonte, non solo i siti di interesse nazionale come quelli di Casale Monferrato, Corio e Balangero. E’ necessario quindi tenere alta l’attenzione, ma senza creare eccessivi allarmismi“.
Ispra: “Un modello per tutto il Paese”
“Il lavoro di mappatura dell’amianto effetuato da Arpa Piemonte, che unisce telerilevazione a sopralluoghi sul campo, rappresenta un modello di innovazione eccellente e deve essere preso come punto di riferimento a livello nazionale“. Questo ha affermato Bernardo De Bernardinis, presidente dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), alla conferenza presso la sede di Arpa Piemonte a Torino.
“E’ necessario, tuttavia – prosegue De Bernardinis -, chiarire un punto importante sul sistema utilizzato per la mappatura: la telerilevazione satellitare, utilissima per analizzare vaste aree territoriali, serve a poco se poi le informazioni non vengono verificate a terra. Chi sostiene che le reti di monitoraggio e validazione sul campo non servono a niente e che basta il satellite per questo tipo di operazioni commette un grave errore“.
“La mappatura – aggiunge – è importante sia per la salute dei cittadini che per capire la pericolosità reale di alcune strutture. Ma lo è anche per un altro motivo. La presenza di amianto nelle coperture e nei manufatti spesso emerge in occasione di eventi catastrofici e distruttivi, come alluvioni e terremoti. Sapere prima dove si trovano queste strutture, quindi, non è un’informazione da utilizzare solo nel lungo periodo, ma permette anche di affrontare determinate circostanze che richiedono azioni rapide“.