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Amici di Silvio Berlusconi caduti in digrazia: la triste fine degli uomini del Cavaliere

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La Francia scopre lo scandalo politico-giudiziario del suo ex Presidente della Repubblica Nicholas Sarkozy. Il fermo, le accuse di corruzione ai danni di un giudice: i transalpini dimenticano per un momento le gioie della Nazionale impegnata ai Mondiali e si interrogano sulla politica e su quello che sta succedendo all’ombra dell’Eliseo. Prima il triangolo politico-amoroso di Francois Holland, poi il boom del Front National di Marine Le Pen e ora il fermo per Sarko. Tutto già visto qui in Italia. Le vicende dei due presidenti ricordano a noi e a molti, quelle di Silvio Berlusconi, ai servizi sociali dopo la condanna definitiva per frode fiscale, con cui Sarkozy aveva un buon rapporto, prima della risata sardonica con la Merkel, e su Twitter si sprecano i paragoni. Cari cugini d’oltralpe, noi, di scandali politico-giudiziari ne abbiamo visti un bel po’ e non possiamo neanche distrarci con la nostra di Nazionale.

Nicholas Sakozy non è neanche l’ultimo dei vecchi compagni di politica dell’ex Cavaliere in disgrazia. C’è da dire che con l’ex presidente francese Berlusconi ha avuto un rapporto complesso, tanto che lui stesso arrivò a dire nel 2012 che preferiva Francois Mitterand, nonostante le divergenze con il presidente socialista fossero enormi. La brutta pagina della risata tra Sarko e la Merkel a una domanda sull’ex premier italiano non ha fatto onore né alla Francia né alla Germania, ma prima di allora tra battutine alla (ex) premier dame Carlà e strette di mano, tra i due sembrava esserci un buon rapporto.

Che sia una pagina di storia politica che si chiude o una sorta di ‘contagio’? Quasi tutti i protagonisti degli ultimi vent’anni che con Berlusconi hanno condiviso il palcoscenico internazionale e nazionale sembrano toccati dalla sua stessa sorte.

Iniziamo da Marcello Dell’Utri. Ex senatore, socio di Publitalia, cofondatore di Forza Italia, braccio destro del Cavaliere, uno degli uomini più potenti a livello politico. Oggi la sua parabola si è conclusa con la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa a 7 anni. La fuga a Beirut, il caos dell’estradizione, infine il carcere, a Parma, dove, dalle ultime notizie, pare gli neghino addirittura il ventaglio (almeno a quanto dice un’altra ex europarlamentare di FI, Iva Zanicchi).

Altro fedelissimo caduto è Emilio Fede. L’ex direttore del TG4, da sempre vicino a Berlusconi, forse gli è stato troppo vicino, visto che è stato condannato in primo grado a 7 anni e all’interdizione a vita dai pubblici uffici per favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del processo Ruby-bis. Stessa sorte per uno che l’ex premier l’ha frequentato e conosciuto molto da vicino, Lele Mora, anche lui condannato nell’ambito dello stesso processo.

Come dimenticarsi di Claudio Scajola, altro fedelissimo fin dalla creazione di Forza Italia per cui è stato coordinatore, poi ministro dell’Interno, dell’attuazione del programma, delle Attività Produttive e dello Sviluppo economico, prima che una serie di scandali ne rovinasse la carriera, dalla casa comprata da altri “a sua insaputa” (assolto perché il fatto non sussiste reato) alle ultime vicende tra Anemone e Matacena.

A livello internazionale, tra i più grandi amici dell’ex premier c’è stato Muammar Gheddafi. Difficile dimenticare l’accoglienza con tanto di harem, tende e cavalli nel centro di Roma riservata all’ex rais libico, così come il baciamano che Berlusconi gli fece nel corso della visita. La storia è stata più grande di ogni amicizia: Gheddafi è stato ucciso dai ribelli del Cnt durante la guerra in Libia nell’ottobre del 2011.

Anche con l’ex presidente dell’Egitto Hosni Mubarak c’era un rapporto molto stretto (e Ruby non centra proprio nulla, nonostante il voto del Parlamento l’abbia definita la nipote di Mubarak). I due si sentivano spesso, si incontravano e si definivano grandi amici. Quando la rivoluzione di piazza Tahrir ha travolto il paese, Mubarak si è prima dimesso, poi arrestato e sottoposto a processo, mentre veniva colto da una serie di infarti. Condannato all’ergastolo, è in attesa di un nuovo processo, come deciso dalla Cassazione.

Infine c’è il più grande amico di Berlusconi, Vladimir Putin. Il lettone, le vacanze in Sardegna e in Russia, gli abbracci, il gesto del mitra rivolto a una giornalista colpevole di aver fatto una domanda scomoda al presidente russo: tutto questo è il passato, perché nel presente Berlusconi è ai servizi domiciliari, Putin saldamente al comando della Russia. Il vero zar è lui, intoccabile anche mentre tutto il mondo, che ha contribuito a creare con gli altri amici, crolla.

Lorena Cacace

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