Amnesty International (AI) ha chiesto oggi alla FIFA di pagare un risarcimento di almeno 440 milioni di dollari, ai lavoratori migranti che hanno subito abusi in Qatar, paese ospitante dei Mondiali del 2022.
La richiesta, sostenuta da altre organizzazioni per i diritti umani e gruppi di tifosi, è arrivata dopo le denunce pervenute alla stessa FIFA, che ha impiegato troppo tempo per proteggere i lavoratori, che sono arrivati nel paese, per costruire le infrastrutture in vista del torneo, che inizierà il 21 novembre 2022.
“La FIFA deve stanziare almeno 440 milioni di dollari, per riparare i danni subiti da centinaia di migliaia di lavoratori migranti, vittime di violazioni dei diritti umani in Qatar, durante la preparazione della Coppa del Mondo 2022“, ha affermato Amnesty International in una nota.
Anche l’organizzazione londinese (ING) ha chiesto al presidente della FIFA Gianni Infantino, di “lavorare con il Qatar per stabilire un programma di riparazioni”. Amnesty International ha affermato che dal 2010, ha cominciato ad esserci una sequenza infnita di abusi nei, cioè da quando la FIFA ha assegnato al Qatar l’organizzazione della Coppa del Mondo 2022, “senza chiedere una giustae doverosa tutela per tutti i lavoratori impiegati nella costruzione degli impianti sportivi”.
Di parere contrario è il responsabile che si occupa, per il Quatar, dei lavoratori impiegati per i mondiali: “Sono stati apportati importanti miglioramenti alle condizioni di alloggio, alle norme sanitarie e di sicurezza, ai meccanismi di reclamo e al risarcimento per il reclutamento illegale”, ha così affermato il portavoce del Comitato supremo per il lavoro, l’organizzatore locale del torneo.
I lavoratori stranieri, che provengono soprattutto dall’Asia meridionale, rappresentano una percentuale molto alta, rispetto dei 2 milioni e mezzo di abitanti del Qatar.
Amnesty ha accolto con favore le iniziative di FIFA e Qatar per migliorare i cantieri della Coppa del Mondo e le riforme del lavoro adottate dal 2014. Nel 2017, il Qatar ha adottato il salario minimo, orari ridotti che possono essere lavorati in condizioni di caldo estremo e ha abolito le normative che limitavano la mobilità dei lavoratori.
Ma nonostante tutte queste prese di posizione, in favore dei lavoratori, la stessa Amnesty International ha espresso comunque un parere molto negativo sulle condizioni dei lavoratori, accusando gli organizzatori locali dell’evento di essersi approfittati di queste migliaia di persone.
E per questo motivo appunto, l’organizzazione umanitaria ha chiesto un intervento, da parte della Fifa, in termini economici, in modo da redistribuire quei soldi a tutte le persone che hanno lavorato e sono state mal pagate.
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