Nel carcere di Verziano a Brescia è scoppiata la bufera mentre la procura ha aperto un’inchiesta dopo che è venuta a galla una vicenda dai contorni hot che ha visto protagoniste delle donne agenti del penitenziario colte ad avere rapporti sessuali con i detenuti. Una prassi che è ovviamente vietata dai regolamenti delle case circondariali ma che a Verziano pare fosse cosa risaputa.
Le guardie, in definitiva, avevano trovato il metodo di alleviare le pene dei carcerati in… natura. ”A Verziano (struttura che accoglie sia uomini che donne, ndr) ci sono agenti di polizia penitenziaria che hanno rapporti sessuali con alcuni ospiti. Tutti sanno e nessuno dice niente”, sono le voci di corridoio che si rincorrevano tra gli addetti ai lavori, tra le guardie carcerarie che ogni giorno sbattono in cella i detenuti (alcuni, a quanto pare, proprio letteralmente…). Insomma, ora sembra che la cosa fosse nota a tutti ma il segreto è stato tenuto ben nascosto a lungo.
”Ecco a cosa servono davvero le manette!”, verrebbe da ironizzare ripensando alle scene hot tra guardie e detenuti immortalate anche dalle telecamere interne del penitenziario (e che sono entrate nel fascicolo dell’inchiesta), se non fosse che la vicenda sta gettando un’ombra sul Corpo della Polizia Penitenziaria, che invece ci auguriamo sia composto da lavoratori seri e professionali.
Al momento non ci sono conferme o smentite da parte delle istituzioni e delle persone coinvolte, e dunque non possiamo fare altro che attendere gli approfondimenti della magistratura. Sarà infatti la procura della Repubblica di Brescia a dire se le due agenti di Polizia penitenziaria accusate di essere coinvolte in questa storia di torbide passioni dietro le sbarre (ma anche all’esterno, durante i periodi di semilibertà dei carcerati), debbano pagare penalmente o meno il loro comportamento ”bollente” sul luogo di lavoro.
Nel frattempo una delle agenti coinvolte nella vicenda (la Cgil al proposito ha parlato di ‘gogna mediatica‘) ha chiesto di essere trasferita a Bollate, la seconda invece è in malattia, mentre Antonio Fellone, segretario nazionale del sindacato Sinappe sottolinea: ”Chi ha l’autorità deve fare chiarezza in fretta. Preferiamo non entrare nel merito della vicenda, vogliamo però sottolineare che a fare emergere il caso sono stati gli stessi agenti in servizio a Verziano. Il lavoro quotidiano degli operatori non può essere messo in dubbio”.
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