Questa settimana il nostro appuntamento con la grammatica italiana spicciola è dedicato all’affascinante mondo dei verbi. Gioia e dolori per tutti coloro che si accingono a scrivere, diciamo da subito che è il verbo l’elemento cardine dell’intera frase. Consideratelo il mozzo di una ruota attorno al quale girano i raggi costituiti dagli altri elementi. In linea generale, il verbo ha essenzialmente una funzione predicativa, in pratica ci indica un’azione che viene fatta o subita relativa al sintagma nominale. Da questo capiamo come la sua forma possa variare a seconda del tempo e del modo che caratterizzano l’azione stessa.
Questa variabilità del verbo si esprime con la coniugazione che nel caso dei verbi regolari inciderà solo sulla desinenza, la parte finale e variabile del verbo, mentre in caso di verbi irregolari, modificherà sia la radice, la parte stabile che la desinenza. In questo articolo parleremo principalmente della coniugazione e dei modi verbali. Per quanto riguarda la coniugazione, ne riconosciamo tre:
– 1a coniugazione: sono i verbi che all’infinito finiscono in -are (mangiare, sognare, guadare…)
– 2a coniugazione: sono i verbi che all’infinito finiscono in -ere (scrivere, leggere, friggere…)
– 3a coniugazione: sono i verbi che all’infinito finiscono in -ire (dormire, sentire, ruggire…)
Ci sono poi dei verbi particolari che all’infinito non finiscono in nessuna delle tre coniugazione e vengono fatti comunque ricadere nella seconda coniugazione. Sono per esempio tradurre, comporre… Se invece andiamo a dare uno sguardo alla forma, qui riconosciamo le seguenti coniugazioni:
– attiva: in cui un soggetto esegue un’azione
– passiva: in cui un soggetto subisce un’azione
– riflessiva: l’azione compiuta riguarda il soggetto stesso che la esegue
– impersonale: non viene specificato il soggetto che compie l’azione
E ancora, i verbi possono essere in grado o meno di reggere un complemento oggetto. In base a questa loro capacità distinguiamo:
– verbi transitivi: che permettono la presenza di un complemento oggetto
– verbi intransitivi : che non vogliono assolutamente il complemento oggetto
Ma quando si parla di verbi, non si parla solo di coniugazione, bensì anche di modi. Ne esistono sette: indicativo, congiuntivo, condizionale, infinito, gerundio, participio, imperativo. Anche essi vengono distinti in diverse categorie:
– modi finiti: indicano il soggetto che compie l’azione, per tipologia e numero. Sono l’indicativo, il congiuntivo, il condizionale, l’imperativo
– modi infiniti: sono detti impliciti, visto che non indicano chi compie l’azione. Sono l’infinito, il participio, il gerundio
Un ultima precisazione riguarda i tempi verbali, con cui concludiamo la carrellata sulla coniugazione del verbo. Questi ci consentono di collocare temporalmente parlando l’azione del verbo e sono il presente, il passato e il futuro. Si dividono in:
– tempi semplici: nella forma attiva sono formati da un’unica parola (Mangiò), mentre in quella passiva sono composti del verbo essere anteposto al participio passato di quello che segue (Sono amato)
– tempi composti: nella forma attiva sono formati dei verbi essere o avere anteposti al participio passato del verbo che seguono (Ha mangiato), mentre in quella passiva sono composti dal verbo essere + stato + participio passato del verbo (Fossero stati amati)
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