Bentornati al nostro appuntamento con la grammatica italiana. Continua il nostro viaggio nell’affascinante e intricato mondo dei verbi: la volta scorsa avevamo parlato in generale dell’indicativo, questa volta ci dedichiamo in maniera specifica agli usi e alla coniugazione dell’indicativo presente. Di sicuro è la forma verbale più utilizzata in italiano e come tale ha anche il maggior numero di usi e di forme irregolari. In linea generale il presente indicativo indica o uno stato o un evento presente, attuale, contemporaneo all’enunciato. Il momento dell’azione coincide ed è contemporaneo al momento in cui si parla.
Ma come si fa la coniugazione del presente? In pratica si sostituiscono le desinenze dell’infinito (-are, -ere- -ire) con quelle previste dal sistema verbale italiano:
Io mangi-o
Tu mang-i
Egli mangi-a
Noi mang-iamo
Voi mangi-ate
Essi mangi-ano
Io legg-o
Tu legg-i
Egli legg-e
Noi legg-iamo
Voi legg-ete
Essi legg-ono
Io dorm-o
Tu dorm-i
Egli dorm-e
Noi dorm-iamo
Voi dorm-ite
Essi dorm-ono
Talvolta però i verbi della terza coniugazione come ‘Capire’ prevedono l’aggiunta di un suffisso alla radice, come per esempio -isc-:
Io cap-isco
Tu cap-isci
Egli cap-isce
Noi cap-iamo
Voi cap-ite
Essi capisc-ono
Nella formazione del presente troviamo alcune interessanti caratteristiche:
– la prima coniugazione in -are ha pochi verbi irregolari (stare, fare, dare e andare), mentre la seconda e la terza ne sono piene
– tendenzialmente le forme in noi e voi sono spesso regolari
– i verbi che finiscono in -care e -gare hanno bisogno di un adattamento ortografico per mantenere il suono velare: pago, paghi, paga, paghiamo
– i verbi che finiscono in -cere e -gere non necessitano dell’adattamento ortografico: vinco, vinci, vince, vinciamo
Abbiamo già detto come l’uso del presente indicativo si usi soprattutto per indicare la contemporaneità di quanto detto nell’enunciato con l’enunciazione stessa del medesimo. Tuttavia il presente si presta anche per altri interessanti usi:
– presente storico: talvolta si utilizza il presente al posto del passato, in frasi come ‘Garibaldi nasce a Nizza’. Si può optare per questa scelta per due motivi. Il primo è quello di semplificare un enunciato e dare immediatezza alla scrittura e alla lettura. Il secondo è quello che in alcuni casi il presente storico può dare maggiore enfasi espressiva a una parte della frase, soprattutto quando si alterna senza apparente giustificazione a forme del passato
– presente al posto dell’imperativo: talvolta il presente indicativo si usa al posto dell’imperativo, quindi in questo caso non ci descrive lo stato reale di una cosa, bensì un desiderio o un ordine. Esempio: Tu non mangi qui sul divano, altrimenti poi lo pulisci tu
– presente gnomico: questo tipo di presente si usa per indicare stati di cose indipendenti dal momento in cui accadono. Esempio: Dio vede e sa tutto. Si tratta di una forma verbale particolare, che trova largo uso nei proverbi
– presente riportivo: avete presente le radiocronache delle partite di calcio? E’ quello. Si usa in pratica quando chi parla deve riportare ciò che sta vedendo a chi non ne ha la possibilità. Le forme del presente indicano momenti diversi, però vicini fra loro, organizzati in una sorta di catena temporale
– presente al posto del futuro: molto simile al presente storico, si usa per dare maggiore impatto e enfasi all’enunciato. Esempio: ‘Mani in alto o sparo’
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