Un ananas ‘impossibile’ fa bella mostra di sé in un antico mosaico della capitale: che i Romani conoscessero le Americhe? Nel Museo di Palazzo Massimo alle Terme di Roma, infatti, nella galleria dedicata agli affreschi antichi c’è, sul pavimento, un particolare davvero curioso: un mosaico di epoca romana – databile tra il I secolo avanti Cristo ed il I secolo dopo Cristo – che riproduce un cesto di frutta in cui, tra fichi, mele cotogne ed uva nera, spicca una figura terribilmente somigliante ad un ananas. Un alimento impossibile per l’epoca, visto che la pianta in questione arrivò in Europa solo dopo che Colombo nel 1492, raggiunse il Nuovo Mondo. Come si spiega, allora, la presenza di questo frutto dal colore tipico, dalle scaglie e dalla caratteristica infiorescenza a spiga del tutto simile ad un ananas?
Un frutto (inequivocabilmente) appartenente alla famiglia delle Bromeliacee, e cioè un ananas, spicca tra i frutti che decorano un antico mosaico romano. Com’è possibile, visto che la pianta cresce allo stato selvaggio in Messico, a Panama, in Brasile e in Guyana, ed arrivò nel Vecchio Mondo solo dopo i viaggi di Colombo? Questa presenza insolita quanto misteriosa proverebbe, secondo alcuni, il fatto che gli antichi Romani conoscessero le Americhe: le loro navi, infatti, erano attrezzate per compiere lunghe navigazioni e perciò in grado di raggiungere anche le sponde del Nuovo Continente.
A conferma di queste teorie, altri mosaici di età Imperiale dove sarebbero stati identificati numerosi frutti tropicali, tra cui l’Anona squamosa, detta anche ‘mela di zucchero’, i girasoli e il mais.
Quanto al mosaico di Palazzo Massimo, il mistero rimane che, com’era prevedibile, ha aperto la strada a numerose suggestioni: la possibilità di scambi commerciali oltreoceano o importazioni dal continente africano dove l’ananas è coltivato; o, ipotesi più che plausibile, l’artista che ha realizzato il mosaico avrebbe voluto in realtà raffigurare una pigna, ottenendo però un risultato ingannevole per i posteri. Un’altra ipotesi ancora potrebbe essere quella di un restauro successivo con il quale sarebbe stata introdotta l’insolita, quanto ambigua, presenza.
Qualunque sia la spiegazione, il mistero rimane: un ananas in un antico mosaico romano è a dir poco insensato, sebbene non manchi di suscitare un certo fascino.Dopo la scoperta, infatti, le visite al Museo di Palazzo Massimo a Roma non solo sono aumentate ma sono diventate ancora più suggestive: i turisti non vedono l’ora di ammirare con i loro occhi il frutto ‘impossibile’ nell’antico mosaico romano.
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