Il manager scelto da Giorgia Meloni solo a dicembre come presidente della 3-I, Claudio Anastasio è finito in una bufera non da poco per una sua mail, rivelata da Repubblica, in cui ha parafrasato, neanche troppo, il discorso di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925, esattamente quello con cui il Duce aveva rivendicato l’omicidio di Giacomo Matteotti di qualche mese prima (e sancì anche l’inizio del fascismo, secondo alcuni). Scatenate le opposizioni, specialmente i parlamentari del Partito democratico e dell’alleanza Verdi e Sinistra, il numero uno dell’azienda che dovrebbe gestire i software Inps, Istat e Inail, si è dimesso.
Con un’altra mail, dai toni decisamente più pacati rispetto alla prima, Anastasio non si è fatto pregare da nessuno nel rassegnare le dimissioni: “Ringrazio per l’opportunità e porgo alla società i migliori auguri di ogni successo”, ha salutato tutti nella missiva il manager. Basterà, però, per placare le polemiche?
Ieri mattina, secondo quanto ha ricostruito Repubblica, i componenti del consiglio di amministrazione di 3-I, la società che si occupa di sviluppare, manutenere e gestire le soluzioni software e i servizi informatici dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps), dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail), della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e delle altre Pubbliche Amministrazioni Centrali, tra cui l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale sono trasalite leggendo la mail che il loro presidente, Claudio Anastasio, ha mandato loro.
Il manager, classe 1969, laureato in giurisprudenza (dopo) e ingegneria alla Sapienza, specializzato nei sistemi esperti a reti neurali, scelto a dicembre dalla prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Giorgia Meloni, per seguire il progetto inserito nel Pnrr 2, ha inviato ai suoi colleghi una mail che ha lasciato poco spazio all’interpretazione.
“Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbe, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! Morale! Storica!) di tutto quanto è avvenuto”, ha scritto nella missiva Anastasio citando, quasi testualmente, Benito Mussolini nel famoso discorso tenuto in Parlamento in cui si prendeva le responsabilità politiche del delitto del deputato socialista Giacomo Matteotti. Era il 3 gennaio 1925, e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, il Duce, che si è macchiato di molti altri crimini da allora, è morto, e con lui anche il fascismo, o forse no, perché ancora c’è chi lo prende a modello, e per un dirigente pubblico è un autogol, clamoroso.
Così clamoroso che di passi indietro, oggi che è scoppiato il caso sulle sue citazioni riportate dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari, ne ha dovuto fare parecchi. Appena pubblicata la notizia sul giornale, e sul sito internet, infatti, hanno iniziato a insorgere, come era normale, le opposizioni, specialmente i parlamentari del Partito democratico e quelli rossoverdi. Il primo a commentare è stato Claudio Mancini, deputato dei dem, che ha detto che “l’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole. Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda”. Dopo di lui è arrivata subito la presidentessa dei senatori del Pd, Simona Malpezzi, che su Twitter non ha perso l’occasione per attaccare ancora la premier Meloni.
In tanti, ancora, dal Nazareno hanno arricciato il naso, e stessa cosa hanno fatto i due leader dell’alleanza Verdi e Sinistra. Angelo Bonelli, co portavoce di Europa Verde, ha subito chiesto le dimissioni del manager, spiegando che le parole dette “sono gravissime”. “Giorgia Meloni dovrebbe sapere che Matteotti fu rapito e ucciso dal regime fascista proprio perché denunciava le violenze di Mussolini in Italia – ha puntualizzato il deputato -. Le parole di Anastasio rappresentano il modo di portare avanti quel revisionismo storico che la destra vorrebbe compiere. Siamo con Ezio Mauro quando sostiene che Giorgia Meloni si rifiuta di fare ‘un gesto di chiarezza rispetto al mondo da cui proviene’ mentre ordisce il disegno di ‘neutralizzare la memoria del fascismo’ e di cancellare ‘l’antifascismo come cultura civile del Paese’. Anche perché voglio ricordare che gli storici ricordano proprio quelle parole di Mussolini come l’esatto momento che ha portato alla trasformazione del regime fascista in dittatura“.
E leggero non c’è andato neanche Nicola Fratoianni, suo alleato e segretario di Sinistra Italiana, che in un tweet ha usato il sarcasmo per attaccare le parole del numero uno scelto dalla presidentessa del Consiglio.
Ma arriviamo al passo indietro. Con un’altra mail, infatti, Anastasio ha salutato i suoi compagni di avventura, un’avventura, di fatto, durata davvero poco. “Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato. Ringrazio per l’opportunità e porgo alla società i migliori auguri di ogni successo“, ha scritto ai suoi l’ormai ex presidente, per cui non sono neanche servite, a dire la verità, molte richieste, probabilmente ne è bastata una.
Ma come è arrivato a ricoprire la carica (ormai non più) di presidente di 3-I Anastasio? Innanzitutto per competenze, come abbiamo già detto, il manager è esperto di ingegneria, e in passato, prima di essere il presidente scelto da Meloni, è stato anche il numero uno di tNotice, il primo strumento postale digitale a firma in Europa, si legge su LinkedIn.
A pesare ci sono anche un po’ di conoscenze importanti, anche qualche altro membro della famiglia del Duce. Come ha ricordato la pronipote di Mussolini, Rachele, ora deputata di Fratelli d’Italia e in passata consigliera al comune di Roma, proprio dove il rapporto lavorativo tra i due si è consolidato. Mussolini e Anastasio, però, si conoscono da molto prima, “da più di trent’anni“, ha spiegato la meloniana. “Ho vissuto tutto il suo travagliato percorso che lo ha portato a un successo incredibile nel suo lavoro. Si è realizzato come imprenditore vivendo anche dei momenti molto difficili. Sono felice ad essere stata io a portarlo all’interno della famiglia di Fratelli d’Italia“, ha detto.
Secondo quanto, ancora, ha ricordato l’Ansa, nel 1997, il manager dimissionario divenne anche il presidente di una società che era collegata al sito internet in onore del presidente del Consiglio del ventennio fascista.
Tornando alle conoscenza, ancora, Anastasio, grazie alla pronipote del Duce, avrebbe avuto modo di saldare dei rapporti anche con Francesco Lollobrigida, attuale ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.
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