Il Tribunale civile di Milano ha deciso di annullare gli atti di nascita di 4 famiglie omogenitoriali seguendo la linea della sentenza della Cassazione emessa lo scorso dicembre 2022.
In uno dei quattro casi si tratta di un bambino nato da madre surrogata, gli altri invece sono tutti nati all’estero con la Procreazione medica assistita. Roccella è aperta ad una sanatoria per i bambini arcobaleno nati fino ad oggi, ma le famiglie omogenitoriali chiedono che vi sia un riconoscimento.
Il Tribunale di Milano ha deciso di annullare l’atto di nascita di un bambino, figlio di una coppia gay che è nato grazie alla maternità surrogata.
Sempre il Tribunale di Milano ha poi deciso di chiedere anche l’annullamento della trascrizione dei riconoscimenti di bambini che sono figli di tre coppie omosessuali differenti.
Tutte e tre le coppie hanno avuto i loro figli all’estero con l’aiuto della procreazione assistita. Per loro, secondo il tribunale, è necessario un altro tipo di procedimento che permetta la rimozione dello stato di figlio.
Queste decisioni sono state prese dal tribunale civile milanese in seguito alle richieste avanzate dalla Procura di Milano in cui si chiedeva di annullare le registrazioni all’anagrafe di Milano.
La richiesta effettuata dalla procura era per tutte e quattro le famiglie omosessuali e si basava sulla sentenza della Cassazione del dicembre del 2022.
Ad avanzare tale richiesta era stata la pm Rossana Guareschi che lavora all’interno del dipartimento guidato da Letizia Mannella.
Il pm Rossana Guareschi in seguito alla sentenza emessa dalla Suprema Corte aveva presentato la richiesta di cancellazione delle trascrizioni e delle iscrizioni fatte dal Comune di Milano su questi atti di nascita.
Il verdetto emesso dalla Suprema Corte ha decisamente cambiato le cose, infatti a marzo 2023 la Prefettura aveva inviato una circolare per l’interruzione alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali, in conseguenza alle impugnature avanzate dalla Procura a febbraio 2023.
Per uno dei casi imputati i giudici hanno chiesto l’annullamento della trascrizione dell’atto di nascita che riporta sia il nominativo del genitore biologico che di quello intenzionale.
In questo caso si tratta di un bambino nato all’estero da due cittadini italiani che formano una coppia omogenitoriale e che hanno scelto di utilizzare la gestazione per altri, o meglio conosciuta maternità surrogata.
Per gli altri tre casi invece abbiamo davanti una situazione differente, e per questo è stato chiesto “l’annullamento della trascrizione del riconoscimento del figlio effettuato davanti all’ufficiale di Stato Civile delle madri intenzionali”.
In questi casi c’è una madre biologica che ha fatto ricorso alla Procreazione Medicalmente Assistita recandosi all’estero.
Tutti i ricorsi presentati sono stati promossi con il procedimento di cui art. 95 del DPR 396/2000 che permette la rettificazione degli atti di Stato Civile con lo scopo di riportare sugli atti la veridicità secondo quanto previsto dalla legge italiana.
Il Tribunale ha spiegato nella nota che ha diffuso: “è intervenuto il Ministero dell’Interno rappresentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Milano, che ha aderito al ricorso del pm”.
Il Tribunale milanese ha però anche ritenuto inammissibile il procedimento di rettificazione degli atti di Stato Civile che è stato utilizzato dalla Procura della Repubblica per effettuare la richiesta di annullamento.
Fabio Roia, presidente facente funzione, e Giovanni Battista Rollero, presidente dell’ottava sezione civile ha affermato in una nota: “Il Collegio, fatta una puntuale disamina della natura dell’atto di riconoscimento e dei suoi effetti, ha ritenuto che l’annullamento della trascrizione del riconoscimento non possa essere realizzato attraverso il procedimento di rettificazione ma che sia invece necessaria l’istituzione di una vera e propria azione volta alla rimozione dello stato di figlio”.
La nota chiarisce perciò che l’ufficiale dello Stato Civile può rifiutare una dichiarazione di riconoscimento del figlio ma non può, una volta che è stata accettata, procedere a cancellazione o modifiche utilizzando la procedura di rettificazione.
È invece necessario ricorrere ad un modello di tutela che prevede la rimozione dello status di figlio, questo procedimento prevende la nomina di un curatore speciale del minore per tutelare i suoi diritti nel corso della procedura.
Secondo i legali delle coppie per cui è stato chiesto l’annullamento affermano che la decisione del Tribunale è in linea con quanto da loro sostenuto da tempo, ossia non è possibile cancellare la genitorialità di un minore con un colpo di spugna.
Secondo i legali è questo quello che vorrebbe il governo e quello che vorrebbero alcune procure che hanno avanzato richieste di annullamento. Per i legali delle coppie interessate serve un’azione di stato che ponga fine alla questione in tempi brevi.
I legali si sono detti certi che anche il Tribunale di Padova arriverà a queste conclusioni e respingerà tutti e 33 i ricorsi illegittimi che sono stati presentati dalla Procura.
Queste le parole del rappresentate legale di una delle coppie, Michele Giarratano.
Anche Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha voluto esprimere la sua sul tema, chiarendo che la ministra Roccella è aperta a sistemare velocemente la questione per le famiglie che hanno già effettuato una registrazione avvalendosi di una sanatoria.
Questa scelta però, secondo Sala, non accontenta le famiglie omogenitoriali che continuano a chiedere un riconoscimento. Sala ha poi dichiarato che si confronterà sul tema con il prefetto di Milano per dare risposte alle famiglie milanesi, visto che il Comune non può fare nulla in questo caso.
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