I tifosi del Portogallo, dice un sondaggio, non vogliono Cristiano Ronaldo titolare nell’ottavo di finale contro la Svizzera in programma domani ai Mondiali in Qatar. Il 70% dei lettori di A Bola, uno dei più importanti media portoghesi, infatti, ritengono che se riposasse sarebbe meglio.
Il cinque volte Pallone d’oro, secondo loro, non è troppo in forma per affrontare dal primo minuto una delle gare decisive di questa esperienza in Qatar. Di altro avviso, però, è l’attaccante degli elvetici Xherdan Shaqiri. L’ex Inter e Bayern Monaco, in conferenza stampa, ha detto di non considerare Ronaldo finito: “È uno dei migliori attaccanti al mondo, insieme a Lionel Messi“, ha detto l’uomo che ha aperto la partita, poi vinta, contro la Serbia di venerdì sera.
Martedì, Portogallo-Svizzera chiuderà gli ottavi di finale dei Mondiali in Qatar. Una sfida che per l’Italia, soprattutto quella di Roberto Mancini, che potrebbe rievocare strani e brutti ricordi. Se con il Portogallo non ci si è, purtroppo, neanche avvicinati a vincere la gara dei play off che ci avrebbe condotto alla prima edizione della coppa del mondo in un Paese mediorientale – sì, per la sconfitta contro la Macedonia del Nord di fine marzo -, gli elvetici sono stati i veri artefici di una non qualificazione alla fase a gironi.
Come che sia, domani potrebbe essere anche l’ultimo ballo di Cristiano Ronaldo in un torneo Fifa con le Nazionali. Lui che è, per molti è stato, uno degli attaccanti più forti della storia, e di conseguenza il più forte di sempre per il Portogallo, eppure, ora che la sua carriera è ancora in corso, sono in tantissimi che lo stanno criticando. Chiariamo subito la questione: che CR7 abbia cambiato molto il suo stile di gioco negli anni è fuori di dubbio. Il Ronaldo del Manchester United e del Real Madrid era un calciatore che amava il dribbling, quello di potenza e skills, per innervosire e ubriacare l’avversario. Già all’arrivo in Italia, alla Juventus, però l’attaccante era diventato molto più essenziale. Ha perso quel dribbling fulminante, è vero, ma si è dedicato ancor di più al suo cinismo in area di rigore. E alimentando numeri strabilianti in termini di gol e vittorie.
Nell’ultima stagione e mezza con i Red Devils, poi, il portoghese di è incupito ulteriormente. Con Erik ten Hag ancora di più. Il super talento di Madeira ha perso del tutto la centralità nel progetto del club inglese, partendo molto spesso dalla panchina e spesso litigando con l’intero ambiente, a partire dal suo allenatore. Una situazione talmente grave che Ronaldo sta giocando il Mondiale in Qatar da free agent.
Inutile nasconderlo, il cinque volte Pallone d’oro ha perso tanto nello spunto, nell’agilità, nel gioco con il collettivo che gli sta alle spalle. E questo perché la carta d’identità conta per tutti i campioni, anche per quelli speciali. Poi il calciomercato e quanto successo a Manchester sicuramente conta nel bagaglio di reputazione pubblica del fenomeno in campo e su Instagram. Molti non aspettavano altro per dargli contro, per ricordare che, sì, Messi è meglio, anche adesso. Un pensiero che sta dilagando in tutto il mondo, quasi come se Ronaldo dovesse lottare contro i fantasmi della gioventù e in un’eterna lotta dicotomica con la nemesi argentina. Come se si dovesse scegliere per forza tra Lionel Messi e CR7, che il calcio non era in grado di contenere tanta bravura tutta insieme. E tanto peso mediatico.
Comunque, il pressing mediatico è tanto sull’ex Real Madrid in questo Mondiale. E le voci sono, per forza di cose, arrivate anche in Portogallo, dove tutto è iniziato e forse finirà per quel ragazzino funambolico che esulta con un salto in giravolta o chiudendo gli occhi e incrociando le braccia. In un sondaggio di “A Bola”, i giornalisti hanno chiesto ai tifosi se preferissero vedere Ronaldo iniziare il match dal primo minuto o se fosse più giusto farlo accomodare in panchina, almeno dal primo minuto. Be’, i risultati sono sorprendenti, perché addirittura il 70% dei votanti preferirebbe se Fernando Santos optasse per lasciarlo fuori dai titolari contro la Svizzera.
Una percentuale clamorosa per tutto ciò che il bomber di Madeira ha rappresentato e rappresenterà sempre per la sua Nazionale, ma che centra il punto della questione: questo Cristiano è molto diverso dal sé di qualche anno prima. È sempre bravo eh, ma a volte fa quasi innervosire. Per l’ossessione per il gol che non riesce proprio a contenere e non rendere evidente, innanzitutto. Come se contasse più di tutti e più di tutto. E così non può essere in un Mondiale o in Nazionale.
A volte, CR7 è avulso dal gioco. Glielo rimproveravano anche molti tifosi della Juventus, ma lo fanno anche in Portogallo. È quel serpente che si estrania dal gioco per poi tramortire la vittima con un morso velenoso e incurabile. Ma che, se resta senza rifornimenti, diventa quasi un problema. Una questione di frequenza, quindi, di quante occasioni riesce a creare e a crearsi durante il corso della partita.
E, infine, è anche un fatto di numeri: ha segnato nella prima partita, su un rigore piuttosto dubbio. Nella seconda, voleva prendersi la paternità di un gol che, in realtà, è di Bruno Fernandes, dato che Ronaldo il pallone l’ha solo sfiorato e senza incidere sulla traiettoria. Nella terza partita, un po’ come tutto il Portogallo, è calato.
Dagli ottavi di finale in poi, dunque, quel ragazzotto cresciuto nello Sporting e a cui Sir. Alex Ferguson ha dato le ali dovrà dimostrare al mondo, e anche ai portoghesi, di essere ancora se stesso. È una questione di storia e anche personale, ma soprattutto per il Paese dove è nato, dove c’è mamma Dolores. Che non esiste sempre e soltanto Rosario e l’Argentina, ma anche quel numero 7 sotto il simbolo Nike, rigorosamente dorato, e quei quadricipiti enormi. Che non fanno più moda, forse, ma che sono le sue. Di Cristiano. E hanno fatto innamorare milioni di tifosi e potrebbero tornare ben presto a comandare il mondo, se regalassero anche il trionfo iridato.
E che il suo tempo in un rettangolo verde non sia ancora finito lo sa e lo pensa anche Xherdan Shaqiri, attaccante della Svizzera. In conferenza stampa, l’ex Inter e Bayern Monaco, ora in forze al Chicago Fire, ha avvisato i suoi compagni di non sottovalutare Ronaldo.
“È uno dei migliori giocatori al mondo, insieme a Messi – ha sottolineato colui che ha aperto le danze contro la Serbia, nella sfida da dentro o fuori dell’ultimo turno della fase a gironi -. È un giocatore che può segnare in ogni secondo, ogni minuto, ha l’esperienza che serve e tutti sanno quanto sia importante per il Portogallo“. Certo, ha continuato Shaqiri, non si devono prendere sotto gamba neanche gli altri giocatori. La Nazionale di Santos, infatti, è un’ottima squadra, ha concluso, “servirà una grande prestazione da parte di tutti. Non abbiamo dei Cristiano in squadra, e abbiamo bisogno dell’apporto di ciascuno per vincere“.
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