Andrea Bonafede è stato arrestato: accusa di associazione mafiosa

Ha prestato la sua identità a Matteo Messina Denaro, durante la latitanza del capomafia. Arrestato Andrea Bonafede per associazione mafiosa.

Andrea Bonafede
Andrea Bonafede – Nanopress.it

Matteo Messina Denaro ha usato la sua identità durante la latitanza. In un primo momento Andrea Bonafede, nel giorno dell’arresto del boss, aveva detto mentendo di essere stato avvicinato circa un anno fa.

Arrestato Andrea Bonafede: prestanome di Matteo Messina Denaro

Non ha solo comprato una casa a suo nome, con i 15mila euro in contanti datigli dal capomafia. Andrea Bonafede sarebbe secondo il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e Paolo Guido uno dei bracci destri di Matteo Messina Denaro, e ne avrebbe favorito la latitanza prestandogli di fatto la sua identità. Nella giornata di oggi il geometra è stato posto sotto arresto dai carabinieri di Trapani.

L’accusa è di associazione mafiosa per Bonafede, 59 anni originario di Campobello di Mazara e nipote del boss Leonardo Bonafede, morto due anni fa a 88 anni. L’arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto anche grazie alla scoperta del suo nome, quando le forze dell’ordine hanno iniziato a controllare le sue mosse arrivando a scoprire durante gli screening dei malati oncologici durante una presunta operazione di chirurgia invece il geometra non si trovava alla clinica palermitana, bensì a casa.

La carta di identità del capomafia e la sua patente erano entrambe intestate a Bonafede, grazie alle quali Messina Denaro aveva poi preso in affitto l’abitazione di via Cb 31 scoperto il giorno dopo il suo arresto e quella in via San Giovanni scoperto invece nella giornata di ieri dagli uomini del Servizio centrale operativo. Pare che il padrino abbia iniziato a frequentare quest’ultimo covo a partire dal 2019, lasciandolo invece nel giugno del 2022.

L’arresto per Bonafede è arrivato per le accuse di favoreggiamento della latitanza e per associazione mafiosa. Il 59enne aveva riferito alcuni dettagli ai procuratori durante gli interrogatori, a poche ore dall’arresto di Messina Denaro, come quello dell’acquisto di una casa in contanti. Il boss gli avrebbe fornito 15 mila euro in banconote da 50 euro per acquistare una casa a suo nome. Inoltre aveva raccontato, mentendo e ritrattando quella confessione, di essere stato avvicinato dal padrino solo un anno fa.

 

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