Andrea Camilleri ha già scritto la fine del commissario Montalbano. È stato lo stesso papà dell’eroe di Viagata a confermarlo nel corso dell’intervista a “Carta Bianca”, il programma di Rai Tre condotto da Bianca Berlinguer. Camilleri, apparso in ottima forma e con la solita sferzante ironia, ha prima smentito la leggenda del manoscritto conservato nella cassaforte dell’editore Sellerio e ha poi dichiarato di aver già ideato la fine del commissario più amato d’Italia. “L’ho scritta undici anni fa perché mi era venuta l’idea e temendo il prossimo Alzheimer l’ho scritta subito. La fine di Montalbano c’è già e il suo destino è già scritto“, ha confermato.
Nessuna cassaforte, assicura Camilleri: il manoscritto con la fine di Montalbano è conservato in un semplice cassetto. Quello che davvero interessa ai milioni di lettori che da anni seguono le avventure del commissario di Vigata è cosa gli succederà alla fine, quando cioè il suo autore sarà “stanco”, come ha detto lui stesso.
L’idea “di getto” è stata colta dallo scrittore che l’ha subito messa nero su bianco: “Badate, non tornerà in nessun’altra forma“, dice Camilleri a proposito del suo personaggio. “Non può essere buttato da un burrone come con Sherlock Holmes e poi a furor di popolo recuperato“, insiste, nel ricordare che Arthur Conan Doyle fu costretto a resuscitare il suo investigatore dopo le proteste dei lettori.
Che fine farà allora Montalbano? La domanda sorge spontanea perché, detta così, l’unica soluzione è la morte del commissario, magari certificata dal dottor Pasquano, come chiede il giornalista Tommaso Labate.
“Non muore e non va in pensione“, scandisce con sicurezza Camilleri. “È una soluzione originale che proprio non posso rivelare“.
Già nel 2014 Camilleri rivelò di aver già scritto il finale del commissario Montalbano. Allora lo fece in occasione della presentazione del docufilm “Andrea Camilleri. Il maestro senza regole”, andato in onda su Rai Uno in occasione del suo 89esimo compleanno, rivelando anche il titolo provvisorio, “Riccardino”.
“L’ho scritto quando avevo 80 anni“, spiegò lo scrittore che in quell’occasione accennò anche al contenuto del racconto, parlando di un “doppio Montalbano“, quello “vero” e quello della televisione, alle prese con la sfida più difficile, quella con se stesso.