Angela Merkel bacchetta l’Italia: ‘Le regole del settore bancario non si ridiscutono’

Angela Merkel bacchetta l’Italia e lancia un messaggio per il Belpaese con l’obiettivo di porre un freno alla richiesta di deroga alle norme europee fatta da Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio aveva proposto la sospensione del ‘bail in’ il quale prevede che il salvataggio delle banche ricada sugli azionisti e non sulle casse dello Stato. Immediata la risposta di Matteo Renzi alle parole della Cancelliera, ma la Germania ha un messaggio chiaro: “Le regole non si ridiscutono”.

MERKEL: ‘LE REGOLE NON SI DISCUTONO’

“Credo – ha detto la Merkel – che sia stata concessa una certa flessibilità a certi Paesi per favorire la crescita. Guardando soprattutto all’Italia, posso dire che abbiamo adottato diverse soluzioni, ma non possiamo ridiscutere ogni due anni le regole del settore bancario”. “Non possiamo ora cambiare le regole ogni due anni” sulle banche, a livello Ue “abbiamo appena lavorato per avere regole sulla ricapitalizzazione”. L’attuale quadro dell’Unione bancaria, ha sottolineato Merkel, “offre la possibilità di affrontare le richieste di ogni stato membro”.

RENZI: ‘ITALIA SA RISPETTARE LE REGOLE’

“L’Italia non chiede di non rispettare le regole, l’ultima a non rispettarle fu la Germania nel 2003 perché Berlusconi, che è un uomo molto generoso, gliel’ha consentito”, la risposta di Matteo Renzi è immediata. “Devo confermare – aggiunge – che nessuno di noi vuole cambiare le regole. Le regole sono state cambiate per l’ultima volta nel 2003 per fare un favore alla Francia e alla Germania. Noi continueremo a rispettare le regole. La questione bancaria non è all’ordine del giorno perché non c’è nessuna previsione di modifica delle regole esistenti”.

E CHIEDE PIU’ POLITICHE SOCIALI E MENO BANCHE

Matteo Renzi ha poi specificato: “La Germania ha messo 247mld euro per salvare le proprie banche, i premier italiani, pur potendo, non lo hanno fatto. Siamo certi che in questa situazione noi siamo nelle condizioni di proteggere i denari dei correntisti e dei cittadini. Non c’è rischio per il contribuente e per il cittadino. Questo tema non è all’ordine del giorno, l’atteggiamento tipico di fronte alla Brexit è pensare alle ricadute per l’Italia, ma la preoccupazione dell’Italia ora dev’essere fare l’Europa degli asili nido, dello sviluppo”. “Il problema delle banche doveva essere affrontato tre o quattro anni fa e non è stato fatto”, ha concluso. Invece la richiesta è di magiori investimenti pubblici e meno liberismo. “Fare provvedimenti sulle banche, non vuol dire favorirle”, ha chiarito il premier secondo cui “il governo ha salvato risparmiatori e correntisti”

L’INGOGNITA BREXIT

La Brexit non dovrebbe avere effetti catastrofici sull’economia reale italiana “Le ipotesi che le cose vadano peggio di quanto non si immagini è preso in considerazione. Ma secondo il rapporto di Padoan, in Italia l’impatto della Brexit sull’economia reale è limitato“, puntualizza. Renzi si dice certo che l’Europa è in grado di proteggere i denari dei correntisti e dei cittadini.

Il FONDO ATLANTIDE

Infine Renzi annuncia che il Fondo Atlante “è nelle condizioni di essere ulteriormente capitalizzato“. Attraverso il fondo d’investimento alternativo che serve a sostenere le banche italiane nelle proprie operazioni di ricapitalizzazione potrebbe passare proprio la misura che l’Italia intende adottare nel caso il sistema finanziario traballi eccessivamente dopo la Brexit. E sui vertici di Unicredit, il presidente del Consiglio si limita a dirsi certo che “i soci abbiano consapevolezza che una grande banca ha bisogno di una guida stabile e solida“.

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