La cancelliera tedesca Angela Merkel ha autorizzato l’avvio del processo a carico del comico tedesco che prese di mira il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Jan Bohmermann, autore di un monologo satirico nei confronti del premier turco era stato già denunciato direttamente da Erdogan e anche dal governo di Ankara. Chiamato a pronunciarsi in merito, il governo tedesco ha dapprima detto no, per poi rettificare se stesso decidendo di ”dare in pasto ai giudici” il comico che ora rischia una condanna penale fino a tre mesi.
Boehmermann rischia tre mesi di carcere per la poesia satirica su Erdogan nel caso i giudici decidano di trovarsi di fronte a un reato di offesa a un capo di stato estero, reato contemplato dall’articolo 103 Codice penale tedesco che stabilisce infatti che chi insulta organi o rappresentanti di Stati esteri è punibile con la prigione.
C’è da dire che il comico, prima di ”esibirsi” nel declamare la sua poesia su Erdodgan durante il suo show Neo Magazin Royale che risale al 31 marzo scorso, aveva premesso che quanto stava per accadere era una provocazione e sembrava essere consapevole che stava sfidando – in qualche modo – la legge tedesca. Il comico ha quindi fatto la ”fotografia” del presidente turco, descrivendolo come uno che prende a calci i cristiani e i curdi, che reprime le minoranze, che ama gli animali, nel senso che fa sesso con pecore e capre, e definendolo un ‘idiota’ che si dedica alla pedopornografia. E subito dopo le polemiche, a poco era valsa la difesa dello stesso Bohmermann, che aveva affermato di aver agito in base alla libertà di satira.
L’autorizzazione della cancelliera è arrivata dopo la richiesta diplomatica turca di avviare un procedimento penale nei confronti del comico. La querela di Erdogan e gli esiti di questa vicenda stanno però facendo tremare il governo di Berlino. La gestione del caso, sembra inevitabilmente connessa alla questione dei migranti, e ai rapporti diplomatici tra Germania e Turchia, ed è pacifico pensare che si sia trasformata in un vero e proprio affare di Stato.